Bergamo, quando alpini
fa rima con garibaldini

Il caso ha voluto che Bergamo venisse scelta quale sede dell'Adunata nazionale degli alpini del 2010, data che si collega idealmente al 1860, l'anno in cui avvenne la «Spedizione dei Mille» alla quale la città orobica contribuì in modo fondamentale, tanto da meritarsi l'appellativo di «Città dei Mille».

Sono passati precisamente 150 anni, tanti quanti saranno trascorsi nel 2011 dalla proclamazione di Torino, sede dell'Adunata dell'anno prossimo, quale prima capitale d'Italia. Quindi un anniversario storico, una vicenda che ha meritato a Bergamo il prestigioso titolo in quanto furono numerosi e valorosi i bergamaschi che parteciparono all'epopea del Risorgimento.

Non a caso l'Inno di Garibaldi («Si scoprono le tombe, si levano i morti, i martiri nostri sono tutti risorti...») nacque nella villa Zerbino a Genova, dove il patriota bergamasco Gabriele Camozzi viveva esule; l'inno fu scritto da Luigi Mercantini e musicato da Alessio Olivieri. Alla prima declamazione dell'inno e alla sua prima cantata, con Garibaldi e Camozzi c'erano altri due bergamaschi, Luigi Dell'Ovo e Giuseppe Gamba. Infatti già da un decennio Garibaldi aveva numerosi seguaci e sostenitori in provincia di Bergamo. I fratelli Camozzi, Giovan Battista e Gabriele, furono tra i maggiori finanziatori delle imprese tese all'Unità d'Italia.

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