In crescita le «Donne del vino»
Prandini: Bergamo molto vivace

Sono sempre di più in Italia le donne proprietarie di aziende vitivinicole che cercano di crescere soprattutto sul fronte della qualità.

Domus di Bergamo ha voluto dedicare loro una rassegna (Pink Dinner, talk show con cena dalle ore 20,30) presentato dalla scrittrice e giornalista enogastronomica Francesca Negri per conoscere più da vicino le eccellenze italiane e le ricadute provinciali.

In particolare, ospiti delle prime serate sono state le Donne del Vino, realtà che raggruppa oltre 700 donne appartenenti a tutte le categorie della filiera vitivinicola. In Lombardia sono 72 le donne impegnate nell’associazione, tra cui una decina in provincia di Bergamo con 6 produttrici: Marta Verderio Mondonico di Tagliuno di Castelli Calepio (tenuta Le Mojole); Vanna Balestrieri di Villongo (azienda La Rocchetta), Giacarla Bonaldi di Sorisole (Cascina del Bosco); Luciana Cancelli di Castelli Calepio (eredi Cancelli); Manuela Cucchi di Palazzago (Cantina dei Feudi) e Cristina Kettlitz di »Grumello del Monte (Tenuta Castello di Grumello).

Domenica scorsa la Domus ha ospitato la vice presidente nazionale dell’associazione Donatella Cinelli Colombini, presidente anche del Consorzio del vino Orcia, celebre per il suo Brunello di Montalcino. Questa domenica invece ospite della rassegna sarà Giovanna Prandini, delegata dell’associazione della Lombardia e titolare con il fratello Ettore della «Perla del Garda» di Lonato, una delle aziende più significative nella produzione del Lugana.

«Il gruppo di produttrici bergamasche è uno dei più vivaci in tutta la Lombardia - spiega Giovanna Prandini -: in particolare Marta Mondonico e Cristina Kettlitz sono sempre in prima linea con iniziative ad hoc. Specialmente tra Bergamo e Brescia, ma un po’ in tutta la Lombardia: sempre più donne si stanno occupando di vino con grande passione e una sempre maggior competenza, non solo come produzione ma anche come enologia e gestione di agriturismi».

Anche l’Expo è stato importante per valorizzare il ruolo delle donne sul fronte enologico: «È stato fondamentale anche per far rete tra noi - spiega Prandini -, per potenziare e mettere a valore i talenti delle donne lombarde».

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