Wolfenstein: Old Blood
Ritorno al castello

Con Wolfenstein: The Old Blood, MachineGames conferma e ribadisce la qualità del capitolo originale: uno sparatutto old school vario, divertente, impegnativo. Un titolo irrinunciabile per gli amanti del genere.

Piattaforma: PC, PlayStation 4 e Xbox One

Genere: Sparatutto in prima persona

Sviluppatore: MachineGames

Produttore/Distributore: Bethesda Softworks

PEGI: 18

Lo scorso anno, MachineGames e Bethesda portarono su next-gen Wolfenstein (Wolfenstein: The New Order), brand che nel lontano 1992 popolarizzò lo sparatutto in prima persona contribuendo - insieme ad altre pietre miliari come Doom e Quake - a renderlo il fenomeno che conosciamo oggi . Dopo una serie di prodotti mediocri, questo reboot si è rivelato una vera e propria sorpresa, andando a strappare elogi dalla stampa e vincendo numerosi premi della critica. Un successo che non è passato di certo inosservato e ha dato agli sviluppatori lo slancio per sviluppare il prequel a prezzo budget (19.90 euro, disponibile solo in versione digitale) Wolfestein: the Old Blood, titolo che ripercorre le vicende del protagonista Blazkowicz, ancora una volta alle prese con la supremazia nazista.

Come già detto, il giocatore vestirà i panni del soldato americano Blazkowicz, ma questa volta nel 1946, ovvero quattordici anni prima rispetto agli eventi narrati nel gioco originale. La trama si dipana sempre all’interno di una cornice fantastorica alternativa che vede i nazisti in procinto di sottomettere il resto del mondo, mentre gli Stati Uniti oppongono una timida resistenza. Lo yankee tutto muscoli viene inviato, sotto copertura, nel castello di Wolfestein per recuperare alcuni documenti top secret che potrebbe aiutare gli Americani a ottenere un importante vantaggio nei confronti dell’esercito teutonico. Diversamente da The New Order, dove la trama era uno degli aspetti meglio riusciti (insieme al gameplay, ovviamente) e ricopriva un ruolo portante, in questo prequel la narrativa è un mero contorno e, salvo una serie di siparietti scorrevoli (ma dimenticabili), non riesce a restituire le stesse atmosfere distopiche e appassionanti viste nel predecessore.

Sul fronte del gameplay, The Old Blood non porta alcuna novità realmente sostanziale nell’economia dell’esperienza. MachineGames ha infatti optato per il mantenimento quasi totale delle meccaniche di gioco originali aggiungendo solo un paio di nuovi elementi: un tubo di ferro che permette di scalare alcune porzioni di muro ed eliminare i nemici di soppiatto (cosa già possibile con il coltello) e la presenza – a partire da metà campagna – di soldati nazisti non morti. Come già detto, niente di trascendentale e che non cambia in maniera concreta l’evolversi dell’esperienza di gioco, offrendo comunque ulteriore varietà alla già eterogenea proposta di gioco.

La qualità del titolo originale non è però sbiadita e, proprio come il suo predecessore, anche The Old Blood offre una grande varietà di situazioni: sparatorie con tanto di copertura, fasi stealth (inficiate a tratti, come in The New Order, da una IA nemica altalenante), sequenze alla guida di un gigantesco robottone e tanto altro ancora. Tutti questi momenti vengono inoltre alternati fra loro con un ritmo incalzante, un livello di sfida sempre impegnativo (il livello di difficoltà è selezionabile) e un level design curato, originale e artisticamente valido. I fan di vecchia data apprezzeranno sicuramente il fatto che metà dell’avventura è ambientata all’interno del castello di Wolfenstein; una sorta di «ritorno alle origini», almeno dal punto di vista ambientale.

Wolfenstein: The Old Blood non offre nulla di nuovo dal punto di vista del gameplay e la narrazione è lontana anni luce rispetto a The New Order. A soli 19.90 euro, però, uno sparatutto vecchia scuola vario, divertente e qualitativamente valido come l’ultima fatica MachineGames è una perla irrinunciabile per tutti gli amanti del genere.

Marco Locatelli

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