Scapino e Pedrulì
Maschere dimenticate

di Emanuele Roncalli
Bergamo, la culla delle maschere, lustro del teatro, ha abbandonato i suoi figli minori» Aggrappata alle pezze di Arlecchino, la nostra città non ha mai reso onore ad altri «volti» popolari della tradizione, ai quali ha dato pur sempre i natali.

Bergamo, la culla delle maschere, lustro del teatro, vanto della Commedia dell'Arte, ha abbandonato i suoi figli «minori». Aggrappata alle pezze di Arlecchino e a uno scansafatiche come il gozzuto Gioppino, la nostra città non ha mai reso onore e merito ad altri «volti» popolari della tradizione, ai quali ha dato pur sempre i natali.

Su tutti spicca Brighella, ma nel dimenticatoio sonnecchiano Mezzettino, Pedrolino, Scapino, Truffaldino... Un patrimonio culturale di grande ricchezza creativa, fatta di improvvisazione, satira e risate, che ha timbrato la storia del teatro - e non solo - fin dal Cinquecento. I nomi di questi figli, nipoti o parenti, più o meno lontani, degli Zanni, dicono nulla ai più. Tantomeno ai ragazzi che oggi indossano costumi inusuali a forma di lattine di bibite o pacchi simili a quelli gridati in tv ad «Affari tuoi

Di Brighella non c'è traccia nella sua Bergamo Alta. Si dice abitasse nel «borgo degli ortolani» ovvero in Borgo Canale, dove un tempo si coltivavano frutta e verdura, ribattezzato anche borgo degli artisti.

Un altro «cugino» degli Zanni è quel Pedrolino, «Pedrulì», diventato Pierrot all'ombra della Tour Eiffel e Petruska in Russia. Fu il mimo Jean-Gaspard Debureau nel 1826 a portare un malinconico personaggio al Théâtre des Funanbules con un costume che, dopo di lui, fu quello classico di Pierrot. Maurice Sand, figlio di George Sand, allievo di Delacroix, incisore dell'Ottocento affermò che il mimus albus, prototipo del futuro Pierrot, ebbe origine a Bergamo Alta. E poi ci sono i versi di Albert Giraud che nel «Pierrot lunaire» parla di un dandy bergamasco, di un «cousin de Bergame» (cugino di Bergamo), di un Pierrot di Bergamo che si annoia e del profumo «vaporizzato».

Un attore tarantino trapiantato a Roma, Gabriele Guarino, impersona la maschera di Pedrolino e lo porta in giro sui palcoscenico della Capitale. Ma vorrebbe poter recitare un giorno anche a Bergamo: «La vostra città è la vera patria di Pedrolino», dice.

Decisamente sconosciuti - se non agli Zanni di casa nostra e agli addetti ai lavori - i nomi di Mezzettino, Truffaldino, Scapino, cui sarebbero da aggiungere anche altre maschere.

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