Dieci regole di bon ton
per dialogare con l’Islam

Il caso «Rouhani» in Italia e il dialogo «possibile». Stefano Allievi e Paolo Branca stilano un «decalogo» di regole per dialogare con l’Islam.Dall’importanza dell’ospitalità, al limite del «buon senso» a quel pizzico di creatività e fantasia per risolvere i problemi. Mai però «rimanere nella formalità dei sorrisi e della buona educazione».

Il vero dialogo richiede sempre «un atto profondo di comunicazione e condivisione». Ospitalità, buon senso, profonda conoscenza dell’interlocutore, rispetto e stima reciproca ma anche quel pizzico di «creatività» e «fantasia» che possono aiutare certe volte a risolvere i problemi di relazioni più intricati.

Sulle statue capitoline sottratte con dei contenitori di cartone alla vista del presidente Rouhani, prendono la parola gli «esperti» del dialogo con l’Islam ai quali abbiamo chiesto di stilare una sorta di «decalogo» di buone maniere nel dialogo soprattutto con i rappresentanti del mondo musulmano. Un’impresa «impossibile», tengono subito a precisare gli interlocutori. Perché le sfumature dei singoli casi sono troppe. Ma sono stati al gioco e qualche idea è emersa ed è frutto di anni vissuti a tu per tu con mondi diversi dal nostro.

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