Zanotti e l'avventura più estrema
maratona di 280 km nel deserto

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Per le imminenti festività, Franco Zanotti, s'è scelto una compagnia del tutto sui generis, quella della sabbia del deserto sud marocchino del Sahara: «Il mio mondo, dove sentirmi selvaggio, libero e sperimentare dove sta il limite».

Sì, il limite, la parola più associata alla Marathon Des Sables, la più massacrante delle ultramaratone che prende il via domenica prossima da Marrakesh: 280 km che portano su sino a Ouarzazate, da percorrere entro il 10 aprile (la tappa più lunga è di 80 km) sfidando acido lattico e la soglia dell'umana sopportazione.

Una su tutte: è gara in autosufficienza alimentare: «Tutti i rifornimenti, acqua a parte, saranno nello zaino che si porta in spalla - continua lui, 38 anni, di Bergamo -: tra i 6,5 kg di minimo e i 15 kg di peso massimo, ho scelto la soluzione intermedia: razionalizzando le risorse e cibandosi solo con cibi in polvere si resiste».

Più difficile tenere a bada l'adrenalina per un evento preparato in maniera certosina da sei mesi a questa parte, scollinando tutti i giorni (zaino in spalla per ottimizzare la meccanica di corsa) su e giù da Città Alta e per le strade della Val Taleggio.

Insieme al poliedrico rappresentante dei Runners Bergamo (nel suo curriculum c'è di tutto compreso un settimo posto mondiale Ultrarail e sette maratone in sette giorni alla UltraMoravia) anche l'imprenditore Alessandro Carrara di Mozzo: «Eravamo stati insieme già nel 2002, in Libia, alla Desert Marathon - ricorda Zanotti -, da allora correre nel deserto è sempre stata un'avventura che ho sognato di ripetere. Regala sensazioni uniche».

Ci ritorna, nel pieno della maturità, conoscendone già, in parte, insidie e trabocchetti. Occhio alla sbalzo termico: «Si passa dai 30 gradi del giorno ai 5 gradi della notte, quando alloggeremo in punti di controllo dentro un sacco a pelo». Attenzione anche alle tempeste di sabbia: «Le balise, segnalatori luminosi, ci daranno una mano per orientarci, ma all'occorrenza abbiamo bussola, cartina e razzi».

E alla concorrenza: 900 partecipanti al via da 40 diverse Nazioni. L'importante (mettendo in conto vesciche e fatica) sarà concludere, ma il piccolo grande artigiano bergamasco (alto 1,65, nella vita di tutti i giorni fa l'imbianchino) non pare intenzionato a gareggiare solo e esclusivamente sfidando la propria ombra: «Vincerà qualche tuareg che conosce il tracciato come le proprie tasche, fra gli italiani i favoriti sono due specialisti come Olmo e Trincheri ma io voglio giocarmela. Pronostici per scaramanzia non ne faccio, se non quello che darò tutto».

Per sé, e per regalare un sorriso anche all'amico-datore di lavoro Andrea Locatelli (sponsor dell'avventura con i Runners) e alla compagna Ornella. Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi: in questo 2010 è stata «tradita» dal fascino del Sahara, ma c'è da scommetterci che al ritorno, dopo tanta fatica, un uovo di cioccolato per il suo eroe lo terrà comunque in serbo.
 Luca Persico

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