Gli azzurri sono rientrati in Italia
Montolivo: «Come ipnotizzati»

Volti scuri e stanchi. La Nazionale è tornata in Italia e una buona parte della delegazione azzurra è sbarcata sabato mattina a Roma Fiumicino mentre il resto dei giocatori è ripartito alla volta di Malpensa per la seconda e ultima fermata del volo decollato venerdì sera da Johannesburg. Ad accoglierli qualche tifoso arrabbiato che gridava loro «vergogna» e soprattutto la stampa, ma non tutti hanno voglia di parlare. Lippi, De Rossi e Gilardino dribblano i microfoni e chi si concede lo fa solo per ribadire già quanto detto dopo la sconfitta con la Slovacchia che è costata lo stop.

«L'eliminazione brucia ancora adesso - ammette il bergamasco ed ex atalantino Riccardo Montolivo -. Ci rendiamo conto dell'occasione che abbiamo sprecato, siamo distrutti. Non ho ancora rivisto in tv la partita contro la Slovacchia, ma nella mia testa l'ho rivissuta già tante volte, è stata un incubo. Eravano come ipnotizzati davanti ai nostri avversari, una cosa incredibile»

«Avrei preferito passare il turno piuttosto che giocare - dice invece Fabio Quagliarella, tra i pochi a salvarsi nella disastrosa sfida persa con gli slovacchi -. Abbiamo fatto tutti il nostro mea culpa, abbiamo chiesto scusa, speriamo per il futuro di avere un'Italia più forte».

Tra i più delusi Simone Pepe. «C'è amarezza e dispiacere, per noi è una tragedia sportiva - riconosce il neojuventino - Il mio Mondiale? Conta poco, conta quello della squadra che non è stato positivo e dunque non è stato positivo anche il mio». Pepe sbotta però per una vignetta di Forattini che ritraeva undici bare azzurre in un campo di calcio. «Mi ha dato fastidio - conferma -. Accetto le critiche ma andare oltre, con delle bare disegnate su un giornale, è eccessivo».

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