Pantani, l’indagine sugli ultimi incontri Il pm: uno sportivo triturato dal sistema

Se Pantani fosse morto suicidandosi o per droga «non sarebbe una grande sorpresa nell’inchiesta». A spiegarlo è il procuratore capo Battaglino. Il procuratore ha anche aggiunto che negli ultimi suoi 5 giorni il Pirata incontrò qualcuno: qualcuno che ora gli investigatori stanno cercando, sempre che non sia già stato individuato. Infine Battaglino ha aggiunto: «Pantani era uno sportivo un po’ triturato da un sistema nel quale si va al di là di quelle che sono le possibilità umane».

Il settimanale Panorama intanto ha realizzato un’intervista esclusiva a un parente medico di Pantani, secondo il quale il Pirata fumava il crack, la droga che fa a pezzi il cuore. Secondo il settimanale, per salvare l’ex campione dagli effetti di questo derivato della cocaina, un anno fa i genitori chiesero aiuto a questo parente che collabora con una comunità di recupero dei tossicodipendenti. Trapela inoltre che il Pirata non riuscisse più a dormire, anche questo a quanto dicono gli esperti a causa del doping.

In tutti i tifosi e gli amici Pantani ha lasciato comunque un ricordo indelebile, come conferma l’immensa folla che ha partecipato a Cesenatico ai funerali di Marco Pantani. Dolore e rabbia si sono mescolati in chi ha voluto accompagnare il Pirata nel suo ultimo viaggio. I funerali sono cominciati mercoledì 18, alle 14.30, nella parrocchia di San Giacomo. I genitori, la sorella e gli altri parenti erano arrivati poco prima dell’inizio della cerimonia, officiata dal vescovo di Cesena. In chiesa, oltre alla squadra della Mercatone Uno, ci sono Bugno, Moser, Cassani, Garzelli e Fabrizio Borra, il massoterapista che lo rimise in sella dopo l’incidente in cui si ruppe una gamba. Presente anche l’ex ct Vicini. L’omelia è struggente, tocca il Libro dell’ Apocalisse di S.Giovanni, il Vangelo dell’Apostolo. «Davanti a te, Signore, c’é Marco con le sue forze e le sue debolezze. Donagli la gioia di tagliare il traguardo della tappa più importante della sua vita, quella del paradiso», è stata la supplica del vescovo di Cesena e Sarsina, Antonio Lanfranchi.

Alle 15.55, conclusa la cerimonia funebre, la bara è uscita dalla chiesa per l’ultimo viaggio di Marco, portata a spalle in direzione del cimitero urbano di Cesenatico dove il Pirata sarà tumulato nella cripta di famiglia accanto al nonno. Una folla molto scossa dal messaggio di Marco Pantani, letto dalla manager Emanuela Ronchi, ha tributato il suo saluto, il suo cordoglio, mentre il feretro, seguito da una automobile con i familiari del ciclista scomparso, si allontanava da San Giacomo. Poco prima era uscito Charlie Gaul abbracciato da Vittorio Adorni. Gli uomini del servizio d’ordine hanno distribuito alla gente bandane gialle, che molti si sono messi sulla testa nello stile del Pirata, altri se lo sono stretti al braccio come simbolo del lutto di un ciclista

Il corteo funebre, allungandosi sulla strada che porta al cimitero, ha raggiunto una lunghezza di due chilometri. In testa il carro funebre, vuoto. Poi una corona di rose gialle e garofani blu a disegnare il volto del Pirata e le decine di corone, tra cui quelle della Presidenza del Consiglio e del Milan. A seguire le sue maglie da campione. All’arrivo al camposanto la ressa diventa insostenibile, sorprende il servizio d’ordine. Succede di tutto, vicino al loculo dove, in attesa della costruzione della cappella di famiglia, viene provvisoriamente tumulato, di fianco al nonno. La madre piange disperata nell’ultimo abbraccio alla bara: «Ciao ciao ciao. Ciao Marco, ciao bambino. Ciao bello». Tonina Pantani ha un malore, si accascia. La folla è tanto stretta che la barella stenta a raggiungerla, mentre comincia a piovere. La donna poi si riprenderà senza dover ricorrere alle cure in ospedale.

(19/02/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA