Atalanta, accendi le luci di S. Siro

No, non è la Champions League. Luci a San Siro, il Milan in campo: una settimana dopo il Barcellona e tre giorni dopo l’Inter, tocca però all’Atalanta tastare il polso ai campioni d’Italia. Che hanno superato i catalani senza prendere gol e, sempre senza subire reti, hanno passato anche l’ostacolo derby. Ora vorranno ripetersi: difesa ermetica e partita da vincere a tutti i costi per non perdere altro terreno dalla Juve.

E l’Atalanta? Si dice che sfide come questa sono quelle in cui non hai proprio nulla da perdere, proprio perché tutti (diciamo il novantanove per cento) sono convinti che la grande avrà ragione della piccola. Troppa diversità, anzi disparità di valori tra rossoneri e nerazzurri. Come attaccare con le frecce contro chi dispone di cannoni. Però, è vero, ci sono le eccezioni, come i sei successi atalantini su 53 confronti a San Siro e se guardi all’ultima volta che accadde, cioè il 17 marzo 1991, gol di Evair al 5’ della ripresa, vedi spuntare un sacco di facce note: l’intramontabile Maldini, Paolo naturalmente non Cesare e Bonacina (ora secondo di Mandorlini) in campo, mentre in tribuna si notava il faccione di Ancelotti accompagnato da un certo Taibi, allora milanista e in panchina la domenica precedente (in porta c’era Pazzagli, dodicesimo Rossi).

L’allenatore atalantino era Giorgi (Sacchi il rossonero) e quella fu la seconda di cinque vittorie consecutive della squadra bergamasca. Troppa grazia, se pensiamo ai bisogni di oggi, alla vittoria che ancora non c’è e chissà... Certo niente è impossibile, ma tanto per cominciare già uno zero a zero sarebbe tanta manna, anche se ci rendiamo conto quanto sarà difficile fermare Shevchenko, che da solo è capace di cambiare una partita. O Kakà.

Sarà turnover su entrambi i fronti? Così pare, si sussurra. Tante le ipotesi, probabile che solo quando l’altoparlante annuncerà le formazioni sapremo chi effettivamente sarà della partita. Mancheranno sicuramente Pippo Inzaghi (auguri per la caviglia), Stam, Nesta, pare anche Seedorf... Più che la necessità di far riposare qualcuno, Mandorlini sembra avere quella di provare o far giocare chi deve stare abitualmente fuori. Gli indiziati per stasera sono Innocenti, Zenoni, lo stesso Lazzari fin qui impiegato part-time. Resterebbe ancora in naftalina Sala.

Ancelotti ha espresso lodi sul gioco dell’Atalanta e sulle qualità dei suoi giovani. Forse farebbe piacere vedere anche nei nerazzurri la stessa fame di vittoria che si nota nei rossoneri. E non c’è bisogno di citare Gattuso o l’esemplare Maldini. Vero che quando vinci ti entra più entusiasmo e carica, ma d’altra parte in qualche modo l’Atalanta deve trovarla, la birra per tenere testa anche alle grandi e cominciare a invertire la tendenza negativa. Contro l’Inter, se il paragone può essere utile, la squadra di Mandorlini non ha fatto brutta figura, anzi. Riuscisse a ripetersi, non sarebbe male. Ci sarà Shevchenko che, come Adriano, ti mette in ginocchio quando vuole, quando sei quasi convinto di avercela fatta. Però si faccia almeno il possibile per uscire a testa alta da questa missione impossibile. Alla fine, ma solo dopo aver lottato e battagliato, i nerazzurri pensino pure a Parma. L’Atalanta non ha Kaka né Sheva, però ha i suoi gioielli Montolivo, Lazzari, Pazzini che debuttano alla Scala del calcio. Si faranno onore, come sempre

(27/10/2004)

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