Livorno, la lunga attesa
del feretro di Morosini

Dalle 12 i cancelli dello stadio Picchi di Livorno erano stati aperti: qui i tifosi e i tanti amici e conoscenti, ma anche persone comuni, si sono dati appuntamento per salutare Piermario Morosini. Già dalla mattina fuori dallo stadio tantissimi tifosi hanno atteso l'arrivo del feretro.

Ad essere aperte la tribuna e la curva nord da dove i tifosi amaranto hanno dato l'ultimo saluto al centrocampista morto a Pescara prima che il carro funebre prosegua il suo viaggio verso Bergamo.

Allo stadio di Livorno il feretro è stato accolto da un «muro» di sciarpe amaranto, ma anche di altre squadre (anche degli eterni avversari del Pisa) che sono state esposte ai cancelli attorno allo stadio.

Molti dei tifosi che sono arrivati allo stadio hanno lasciayo la loro sciarpa legata ai cancelli; tanti i lumini accesi, i biglietti, i fiori deposti e bandiere amaranto abbrunate. A lutto e a mezz'asta anche la grande bandiera del Livorno issata davanti allo stadio.

In attesa del feretro gli altoparlanti del Picchi hanno diffuso «Non è tempo per noi», la canzone di Ligabue preferita da Piermario Morosini, mentre sul campo oltre cento ragazzi del settore giovanile del Livorno hanno atteso composti l'arrivo del feretro.

Hanno preso posto in tribuna i giocatori dell'Empoli guidati dal tecnico Alfredo Aglietti, il sindaco di Collesalvetti, comune alle porte di Livorno, Lorenzo Bacci. Tra i molti volti noti della città, due ex capitani amaranto: Ennio Bonaldi, e, soprattutto Igor Protti, la leggenda vivente del Livorno. Seduti uno accanto all'altro.

All'ombra della panchina del Livorno sono stati deposti i cuscini della città labronica, del Livorno Calcio, del presidente della Repubblica e dell'Arma dei Carabinieri. Appoggiato per terra, il labaro del Livorno.

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