Mauri, il pm De Martino amaro:
«Ma in sede penale sarà diverso»

«Sono molto tranquillo: so che in sede penale le cose andranno in modo diverso». Il giorno dopo le sentenze della Disciplinare che hanno smentito le accuse di Palazzi su Mauri e la Lazio, il pm di Cremona Di Martino non nasconde la sua amarezza. Voi come valutate la sentenza? Commenta e Vota il sondaggio

«Sono molto tranquillo: so che in sede penale le cose andranno in modo diverso». Il giorno dopo le sentenze della Disciplinare che di fatto hanno smentito l'impianto accusatorio di Palazzi in merito alle presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, il pm di Cremona, Roberto di Martino, non nasconde la sua amarezza.

Intervistato da «Gazzetta dello Sport» e «Repubblica», avverte che «alla fine di questa storia ognuno si assumerà le proprie responsabilità: a iniziare da chi ha ritenuto insufficienti le accuse d'illecito nei confronti di Stefano Mauri, sconfessando un'ordinanza firmata da un giudice vero, Guido Salvini».

«La sentenza della Disciplinare è un problema del calcio, non mio - aggiunge replicando a chi ne chiede le dimissioni - Sulla frode sportiva le prove sono granitiche e il processo lo dimostrerà. Del resto un giudice, vero, mi ha dato già ragione».

Secondo il pm, inoltre, «giustizia sportiva e giustizia ordinaria, così convivono a fatica. Che senso ha che la giustizia sportiva si esprima prima di quella ordinaria? E se domani Mauri venisse condannato dalla giustizia ordinaria, che facciamo? Che senso ha? È intelligente? Continuare a collaborare con Palazzi? Qualche perplessità ce l'ho. Non capisco l'evoluzione dei giudizi. Forse non è un bene che le persone siano sentite prima dalla giustizia sportiva e poi da quella ordinaria».

Di Martino, comunque, si dice «sereno: la mia posizione su Mauri è granitica. Per ciò che è emerso e per ciò che emergerà. Certo, non capisco come certi reati si possano trasformare in omesse denunce».

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