Atalanta, c'è molta amarezza
Ma la classifica dice nono posto

A ventiquattro ore dallo sconcertante flop di Livorno non si placano amarezza e delusione nell'entourage nerazzurro. C'è, tuttavia, un elemento che ci consola: il nono posto in classifica in grado, cioè, di riparare l'Atalanta di quattro lunghezze dalla zona retrocessione.

A ventiquattro ore dallo sconcertante flop di Livorno non si placano amarezza e delusione nell'entourage nerazzurro. C'è, tuttavia, un elemento che ci consola: il nono posto in classifica in grado, cioè, di riparare l'Atalanta di quattro lunghezze dalla zona retrocessione.

Un tesoretto che acquista ancor più valore se alle nostre spalle vediamo più di mezza serie A. Certo, il sogno europeo, di fronte ai continui risultati a intermittenza della nostra squadra, è da collocare in un cantuccio quanto meno per adesso.

Ma alzi la mano chi non avrebbe sottoscritto a occhi chiusi una posizione in graduatoria come quella attuale al pronti via del campionato. Del resto, sempre all'undicesima giornata della passata stagione i punti blindati in cassaforte erano quindici, più o meno di quelli odierni. E con quella media, poi, si è centrata la permanenza in serie A in totale tranquillità.

E il calendario, se sfruttato prossimamente a dovere ci offre l'opportunità di un'immediata risalita visto che propone per domenica la sfida interna con il Bologna e dopo la sosta la trasferta con il Sassuolo. Avversarie, entrambe, come si suol dire, alla portata. D'accordo che si parlava in questi termini pure alle vigilie di Sampdoria e Livorno e sappiamo, purtroppo, l'esito dei rispettivi match. Ma l'ulteriore severa lezioni impartiteci dall'undici di mister Nicola pensiamo non possa servire?

Cambiando tema dovendo concedere spazio a Scaloni, l'unica nota lieta, o giu di lì, pervenuta dal terreno di gioco dello stadio labronico. L'argentino, reinserito di recente in extremis nella rosa nerazzurra, all'improvvisa chiamata in squadra ha dato prova di spiccata professionalità ed efficienza agonistica nonostante le trentacinque primavere alle spalle.

Insomma, per il nostro difensore si è trattato della classica rivincita nei confronti di coloro che sin dalla notizia del suo arrivo a Bergamo avevano arricciato parecchio il naso in più occasioni. A Livorno il tecnico ha, pertanto, toccato con mano di poter disporre di lui anche nel caso non si trovasse in assoluta emergenza.

Arturo Zambaldo

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