Chatbi positivo all'antidoping
«Un tradimento inaccettabile»

L'atleta marocchino Jamal Chatbi, bergamasco d'adozione (da dieci anni  vive a Castelli Calepio) che martedì 18 agosto avrebbe dovuto disputare la finale dei 3000 metri siepi ai mondiali di atletica a Berlino, è risultato positivo ad un controllo antidoping.

Lo ha comunicato la Federatletica marocchina. Chatbi era stato controllato il 15 agosto scorso ed è positivo al clenbuterolo, un anabolizzante. La federazione ha precisato che l'atleta chiederà le controanalisi.

Domenica Chatbi, 25 anni, si è qualificato per la finale piazzandosi al secondo posto nella terza batteria. In questa stagione l'atleta marocchino ha vinto i Giochi del Mediterraneo e abbassato il suo record personale di 13 secondi passando da 8'22"16 a 8'08"86.

Si tratta del primo atleta positivo ad un controllo antidoping ai Mondiali di atletica in corso a Berlino.

Lapidario il commento dell'Atletica Bergamo 59 Creberg (apparso sul sito della società sotto il titolo "Un tradimento inaccettabile"), team per il quale l'atleta marocchino aveva corso fino alla passata stagione. «Da quest'anno corre in un'altra società, la Cento Torri Pavia, ma lo consideravamo ancora uno dei "nostri" ragazzi. Perché nell'Atletica Bergamo '59 è cresciuto, è sbocciato, ha spiccato il salto. E lui stesso si sentiva ancora affettivamente legato agli ex compagni, ai dirigenti e agli allenatori che lo avevano seguito amorevolmente per anni, che avevano assecondato le sue scelte, talvolta anche qualche capriccio. Eravamo convinti di avergli trasmesso i principi ispiratori della nostra società, quelli che ci contraddistinguono da mezzo secolo. Eravamo convinti di avergli insegnato tanto, di avergli fatto capire che con il duro lavoro si possono raggiungere risultati importanti. E lo aspettavamo proprio oggi all'appuntamento con un grande risultato nella finale mondiale dei 3000 siepi, pronti a celebrarlo, con orgoglio, come se sotto la maglia del Maroccco indossasse ancora anche la casacca giallorossa. Ma a poche ore dalla finale, ecco la notizia che non avremmo mai voluto ricevere: Jamel Chatbi positivo a un controllo antidoping per clenbuterolo, un anabolizzante, a un controllo a cui è stato sottoposto a Berlino sabato scorso. Una notizia choc, che per qualcuno non è giunta peraltro a sorpresa. Troppo clamoroso era stato giudicato il suo progresso sui 3000 siepi, dall'8'29"13 del 2007 all'8'08"86 di quest'anno, ottava prestazione mondiale stagionale, con la ciliegina della medaglia d'oro vinta ai Giochi del Mediterraneo. Noi, forse più ingenuamente, ci illudevamo che fosse frutto della sua decisione di dedicarsi anima e corpo all'atletica, di lasciare il lavoro di operaio per investire su stesso: allenarsi dopo otto ore in fabbrica oppure correre due volte al giorno senza preoccupazioni e senza un dispendio supplementare di energie non è proprio la stessa cosa. Ci hai tradito, caro Jamel. Hai tradito soprattutto chi più di tutti ha creduto in te, prima Arrigo Fratus, che ti ha avviato all'atletica, poi Saro Naso, il tecnico che ti ha fatto crescere, dedicandoti ore e ore del suo tempo. Loro, soprattutto, non meritavano tutto ciò».

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