Andreini, una vita tra i campioni di enduro

Negli anni Settanta ed Ottanta è stato tra i più grandi protagonisti dell’enduro internazionale insieme a Gritti, Brissoni e Taiocchi; dal 1993 lavora dietro le quinte dei più importanti campionati di velocità, nelle Superbike e nelle MotoGp, quale apprezzato meccanico.

Guglielmo Andreini è nel mondo dei motori da sempre, si è appassionato sin da giovanissimo, ha iniziato a correre nel 1970, a 16 anni, con un Gerosa 50, mettendo in campo tutte le risorse racimolate svolgendo anche quattro lavori (apprendista meccanico in due diverse officine, addetto alla consegna all’alba dei quotidiani e venditore di panini allo stadio). Con tale determinazione, unita a fisico e talento, i risultati non si sono fatti attendere: è diventato campione Fmi nel ’71 e nel ’78, è arrivato il primo titolo italiano. Ne seguiranno altri quattro. Nel ’79 ha conquistato il primo di quattro titoli europei. Inoltre, grande exploit, ha vinto anche un titolo tricolore nel motocross (’79). Si è poi imposto tre volte nella Valli Bergamasche e in 17 Sei Giorni ha vinto 15 volte la medaglia d’oro.

«Sono state soprattutto tre le marche alle quali ho legato il mio nome - ricorda Andreini -, la Swm, con la quale ho corso tra il 1978 e il 1980; la Maico, che mi ha consentito di centrare tante affermazioni nel 1981 e 1982 e, in parte, anche nell’83; infine la Husqvarna che mi ha accompagnato nella parte finale della carriera. C’è stata anche una parentesi targata Honda, nell’84, quando ho ottenuto l’ultimo titolo europeo».

(18/12/03)

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