Atalanta per l’operazione riscatto
A nudo le lacune per ripartire bene

I tre gol messi alle spalle di Marchetti mitigano lo choc-Lazio dell’esordio in campionato? Rispondiamo no senza i classici giri di parole. Perché subire quattro reti, per di più in casa e contro avversari non trascendentali, devono far suonare i classici campanelli d’allarme.

Invocare la pazienza e insistere che si sia soltanto all’inizio costituiscono alibi che non portano lontano. Da che calcio è calcio si sa che una qualsiasi squadra si costruisce privilegiando la difesa. Un qualsiasi immobile, ci risulta, che venga edificato cominciando dalle fondamenta (le più solide possibile) per ultimarlo con il tetto. Lasciamo volentieri, se mai, a Zeman di pensarla diversamente.

Tornando ai nerazzurri di reti ne hanno realizzate una in meno degli avversari che così hanno potuto gioire per i tre punti messi in saccoccia. L’auspicio è che l’amara lezione sia servita a qualcosa. Cristian Raimondi, ospite lunedì scorso a Tutto Atalanta (Bergamo Tv) ha lanciato chiari messaggi (o se si preferisce ammissioni) sugli aspetti non funzionanti nella gara del giorno precedente.

E quello del nuovo capitano e bergamasco doc va giudicato come un segnale altamente rincuorante. In altre parole Raimondi deve aver inteso partire proprio dalle evidenti sbavature emerse. Il tutto per dare il là all’operazione riscatto, unitamente ai compagni di squadra, iniziando da domenica prossima a Genova, sponda Sampdoria. E siamo convinti che in primis, mister Gian Piero Gasparini sia in piena simbiosi con i giocatori, sin qui, affidatigli.

Del resto l’Atalanta è nelle mani di un allenatore etichettabile, da parecchi, «di lusso» per la nostra piazza. Il fatto, che nel dopo partita, il tecnico piemontese si sia assunto subito ogni responsabilità per una sconfitta, peraltro non espressamente annunciata alla vigilia la dice lunga sul personaggio e più che conta sull’incoraggiante maniera di saper gestire l’intero collettivo pure sotto l’aspetto psicologico.

Arturo Zambaldo

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