Atalanta, perché complicarsi la vita
sulla scelta del nuovo allenatore?

Ma perché mai complicarsi la vita? L’Atalanta ha a portata di mano Edy Reja, due salvezze e fortemente amato dai tifosi, eppure la sua riconferma è molto più che in bilico. Stranezze del calcio? A prima vista sembrerebbe proprio di sì.

Di seguito una riflessione altrettanto sostenibile. Non c’è dirigenza che non operi per il bene e le fortune dell’azienda di appartenenza. La cosa, naturalmente, sta a cuore anche ai preposti la stanza dei bottoni di Zingonia. Scontate le valutazioni e quant’altro tengano banco sull’argomento diventato il tormentone in assoluto ancor prima della fine del campionato.

E pensare che per gran parte dei supporter il rinnovo del contratto al tecnico goriziano (in scadenza a giugno) sarebbe dovuto essere una semplice formalità. Carta d’identità e le quattordici giornate senza vittorie della squadra nel girone di ritorno, rappresentano per gli stessi supporter soltanto mali minori. Ma se le decisioni della società vanno così per le lunghe saranno legate a ragioni di una certa portata.

Qualcuno ritiene che se Reja farà le valigie è unicamente perché a sceglierlo nel marzo 2015 fu l’allora direttore generale Pierpaolo Marino. Ma dai, siamo seri e non rifugiamoci in grottesche o se preferite fantasiose macchinazioni. Razionale, invece, ricercare le alternative per far sì che la nuova Atalanta sia ad hoc per il prossimo mister. Per adesso continuiamo a ripassare i nomi che tengono puntualmente banco sui media: Drago, Gasperini, Maran, Prandelli (ricordati in rigoroso ordine alfabetico) e fermiamoci qui. In ogni caso armiamoci di un po’ di pazienza senza del tutto escludere che possa di colpo rispuntare a sorpresa quello di Edy Reja.

Arturo Zambaldo

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