Botta e risposta dalla lunetta
sull’A2 e sul basket bergamasco

Una disputa terminologica, e non solo, sulla denominazione del futuro campionato della Remer Treviglio.

«Immagino benissimo che avrete ben altro da fare e che il problema che sollevo non è certamente una priorità, ma vi disturbo - oltre che a nome mio - anche a nome dei numerossisimi tifosi Remer Blu Basket Treviglio, lettori de L’Eco di Bergamo. Puntualmente e con frequenza il Signor Arturo Zambaldo ci parla del campionato di Serie A2 di basket in tutte le salse, in tutti i modi, descrivendo formule, versioni, gironi, di tale campionato a seconda delle sue - di Zambaldo - convenienze atte a esaltare tale campionato come A2 e secondo campionato Nazionale, quando la Comark Bergamo, squadra cittadina, disputava i playoff di serie B per salire in A2. Viceversa etichettandolo - secondo lui -come campionato usurpatore di detta denominazione». Comincia così la mail di Vincenzo Mombrini di Arcene, «tifoso Remer Blu Basket Treviglio», come si definisce.

«Davvero deludente e per giunta incomprensibile l’articolo apparso domenica dal titolo “ Serie A2 Unica e non serie B, i marchingeni del basket” , dove piccona per l’ennesima volta la A2, frulla i gironi, la vorrebbe serie B, se la prende con la Federazione. È appena ovvio che, senza scomodare Kafka, il senso di angoscia e di smarrimento dell’articolista, sono riconducibili al fatto che la Blu Basket Treviglio è invisa (eufemismo) al Signor Zambaldo. Ma questo a me e ad altri tifosi interessa poco. Interessa che il campionato di basket di A2 è denominato A2 e non A2 Unica o altri vari modi o tentativi di storpiare il senso o significato o la stessa ragione del campionato in questione. Tra l’altro il campionato di A2 è stato istituito nel 1974 e fu addirittura l’allora Alpe Prandoni Bergamo a parteciparvi. Dire che è un’invenzione della Federazione di adesso è perlomeno singolare, visto che la sua fondazione risale a tale data».

«Chiederei, se non ho offeso nessuno, come spero, la gentilezza della pubblicazione di questa mia, a nome personale come tifoso di una società che fa del basket un impegno sportivo e sociale di aggregazione da 44 anni. La A2 ce la siamo guadagnata lealmente e sportivamente sul campo. Vorremmo tanto che il secondo campionato Nazionale di basket a cui partecipiamo venisse semplicemente denominato per quello che è: A2. Un bel posto per noi tifosi per guardare da vicino il grande sogno, la Serie A».

Dalla lunetta, ecco la risposta di Arturo Zambaldo. «Gentile signor Mombrini: per prima cosa la ringrazio per ridarmi l’opportunità di specificare che il campionato della prossima serie A2 ”unica” (questa la denominazione esatta coniata di recente dalla Federbasket) è classificabile (alfabeto alla mano) alla serie B visto che lo stesso è preceduto, da tempo, dalla serie A vera e propria. Un ineccepibile paragone: è come se la B del calcio si chiamasse A2 unica. Ritengo doveroso e giusto continuare a ripuntualizzarlo per una maggiore chiarezza nei confronti di parecchi lettori che stentano non poco a capire in quale categoria effettiva giochi la Remer. Della mancanza di chiarezza è responsabile sempre la Federbasket che con sconcertanti periodiche scadenze cambia le denominazioni delle seconde, terze e via dicendo categorie. Se per lei questo è ”picconare”, a me sembra invece che logica e razionalità siano largamente alleate».

«Condivido in pieno, e l’ho più volte evidenziato, i grandi meriti della squadra e del suo allenatore per l’appassionante regular season disputata, terminata con un quarto posto finale che acquista ulteriori meriti pensando che in molti, in estate, avevano ipotizzato la Remer in lotta addirittura per non retrocedere. Il suo grande sogno, signor Mombrini, di guardare da vicino la serie A e, aggiungo magari, di andare oltre, è anche il mio per riassaporare, così, i fasti vissuti con l’indimenticabile Alpe, unico team nella storia del basket orobico ad aver disputato il campionato numero uno per eccellenza. È dal 1969 che scrivo di basket su L’Eco, forse troppi per qualcuno, ma è come se avessi iniziato oggi per via di una passionaccia minimamente non scalfita dal passare del tempo che porta puntualmente a entusiasmarmi di fronte ai positivi risultati delle squadre del nostro territorio, nessuna - sottolineo nessuna - esclusa. Salutoni e viva, come sempre, il basket bergamasco».

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