Dal canestro al capestro, il Celana chiude i battenti strozzato dai debiti

L’ultima assemblea dei soci che si è tenuta ieri pomeriggio ha dato il colpo di grazia: il Celana viene messo in liquidazione. Il sodalizio orobico sta così per chiudere i battenti, e lo fa nella maniera più ingloriosa possibile, indegna della cinquantennale storia della società. Lo fa per mancanza di volontà, mancanza di soldi, mancanza di cuore. Cinquant’anni di storia della pallacanestro bergamasca sono stati cancellati senza dimostrare un minimo di attaccamento per quello che il Celana ha rappresentato e tuttora rappresenta per molti sportivi. Il lungo e tragicomico tiramolla sull’eventuale salvataggio del sodalizio si conclude ancora una volta con un nulla di fatto, mentre la squadra, agli ordini di coach Roberto Ferrandi, suda in palestra senza vedere un centesimo per preparare la trasferta di Montecatini.

L’assemblea dei soci, convocata inizialmente per mercoledì e successivamente sospesa, si è conclusa ieri pomeriggio senza aver raggiunto l’obiettivo con cui era stata indetta: la copertura delle perdite maturate fino al 31 gennaio. La riunione ha avuto come protagonisti i membri del consiglio di amministrazione Massimo Paris (presidente del consiglio stesso) e Marco Tucci, che sono anche i soci della Sogis srl, l’amministratore unico di Sogis, Dario Finazzi, e l’amministratore unico di Omniasport srl, Stefano Marchesi, accompagnato da un legale della società.

Ancora una volta, a dividere le due parti è stato il debito pregresso. "Nel corso dell’assemblea - spiega Massimo Paris - abbiamo ancora una volta calcolato l’ammontare delle perdite della stagione corrente, ovvero quelle maturate fin qui, senza tenere conto dei soldi che ci sarebbero voluti per terminare la stagione: 107 mila euro. Io e Marco Tucci, soci della Sogis srl, ci siamo impegnati a versare al momento la metà della cifra, 53.500 euro, essendo Sogis detentrice del 50 per cento delle quote del Celana srl".

Il problema è che Omniasport srl, nella proposta fatta alla controparte (a questo punto, è del tutto legittimo chiamarla così), subordinava il versamento della propria parte ad una garanzia di copertura del debito pregresso, ovvero il versamento di altri 105 mila euro.

Proprio questo ha reso inaccettabile la proposta da parte di Sogis

Dunque, anche l’ultimo tentativo è andato a vuoto. "Nei prossimi giorni - spiega ancora Paris - convocherò un’assemblea straordinaria per la messa in liquidazione: poi, il fallimento verrà dichiarato quasi immediatamente, perché non c’è un soldo in cassa".

E la squadra? Adesso che cosa succederà? Nessuna posizione è stata ancora decisa dal gruppo, che domanttina avrà un incontro per decidere il da farsi sia per i problemi immediati (ovvero scendere o meno a Montecatini a giocare), sia per quelli più a lungo termine, fino a fine stagione.

(Su l’Eco di Bergamo del 15 marzo 2003)

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