Dalmine, cent’anni della prima pietra

Cento anni fa, il 31 marzo 1908, veniva posata la prima pietra dello stabilimento di Dalmine della allora Mannesmann (nella denominazione della società, Dalmine comparirà solo nel 1920), quello che è adesso è diventato il polo italiano della Tenaris. Si compiva così una tappa importante della industrializzazione in provincia di Bergamo che già contava importanti stabilimenti tessili, elettromeccanici (da quattro anni era nata la Magrini) e anche siderurgici, come gli storici stabilimenti di Lovere. Ma a rendere particolare la presenza della Dalmine sul territorio è la spinta che ha dato, anche indirettamente, alla nascita di quella rete di piccole e medie imprese meccaniche che sono ancora la forza della nostra economia.

La «Società Tubi Mannesmann» era stata costituita sotto il controllo dell’omonimo gruppo tedesco, due anni prima, il 27 giugno 1906, a Milano per la produzione di tubi senza saldatura, contando sulle buone possibilità del mercato italiano legate anche alla mancanza di concorrenti e a probabili commesse statali nel settore ferroviario, militare e delle infrastrutture. Fino alla costruzione dello stabilimento di Dalmine ha solo commercializzato i prodotti realizzati dalla casa madre in Germania.

All’epoca della posa della prima pietra, la Mannesmann non aveva ancora acquistato tutti i terreni dell’attuale Dalmine. Solo dopo una decina d’anni si trova ad avere 510 mila metri quadrati venduti dai conti Camozzi che a loro volta li avevano rilevati dopo la soppressione dei Canonici Lateranensi di Santo Spirito di Bergamo, nel territorio di Dalmine, frazione del comune di Sabbio Bergamasco. La costruzione dello stabilimento richiese poco più di un anno. Il 12 luglio 1909 viene laminato il primo tubo, ma la produzione regolare inizierà solo più tardi. L’impianto costruito in Germania era infatti innovativo, ma i colpi erano così forti che le teste porta mandrino e i cilindri si rompevano molto spesso. A fine anno la produzione fu solo di 290 tonnellate di tubi. L’anno dopo, quando vengono installati i primi due forni elettrici dalla capacità di sei tonnellate, iniziandos così la produzione diretta dell’acciaio, fino allora importata dalla Germania, vengono prodotte 832 tonellate di acciaio e 3704 di tubi. Con l’avvio del ciclo produttivo completo dalla materia prima di rottame nel 1911 la produzione raddoppia. A fine anno l’assemblea generale della società decide il trasferimento della sede e degli uffici amministrativi da Milano a Dalmine. (29/03/2008)

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