Dorino, 1.000 partite con l’Atalanta
Maglia speciale al super magazziniere

Di solito li porta la cicogna o nascono sotto i cavoli. Dorino no, è arrivato con la Befana che volava alta, su a Vilminore di Scalve, quel 6 gennaio 1961. La storia di Isidoro Arrigoni, per tutti Dorino, leggendario magazziniere di casa Atalanta, inizia così e si sublima oggi con la sua millesima presenza in partite ufficiali, sempre nelle retrovie, ma prezioso come pochi.

Per gli amanti della statistica, le mille partite si compongono di campionato (serie A e B), Coppa Italia, due spareggi con la Reggina e 4 partite del Torneo Anglo-Italiano. Il fatto è che quando il massaggiatore Marcello Ginami festeggiò le 500 presenze, al Dorino venne in mente di confidargli come anche a lui sarebbe piaciuto tenere il conto delle partite in cui aveva «vestito» gli spogliatoi, per poi liberare il tutto e caricare montagne di roba sul furgone. Non avrebbe potuto scegliere interlocutore più adatto. Marcello, un fuoco d’artificio dello spogliatoio, cominciò a conteggiargli le presenze ed a pensare, insieme al direttore generale Umberto Marino, di organizzargli una sorpresa allo scoccare della millesima partita. Ma per rendere l’improvvisata ancor maggiore, Ginami ha mentito spudoratamente, dichiarando in settimana che al traguardo mancavano ancora tre domeniche.

Così Dorino, ignaro di tutto, ieri prima di pranzo, chiamato al ristorante del Centro Bortolotti con un pretesto, s’è visto attorniato dall’affetto di tutti quanti, con un applauso che non finiva mai. Sbigottito, ha ricevuto la classica maglia col 1000 sulla schiena e, soprattutto, la riproduzione fedele della Coppa del Mondo, rintracciata in un’asta olandese su internet dal duo delle meraviglie Marino-Ginami e consegnatagli personalmente da Antonio Percassi che ha esclamato: «Devo ammetterlo, ho fatto davvero un grande acquisto».

Dorino esordì infatti in un Milan-Atalanta 3-1, l’1 marzo 1992, sotto la sua prima presidenza. Da allora ha visto passare 8.785 giorni, quattro presidenti, diciassette allenatori e centinaia di giocatori, restando sempre autentico faro di riferimento per tutti quanti hanno vestito la maglia nerazzurra e che, immancabilmente, una volta lontani da Bergamo, come possono, chiedono di lui. Dorino raggiunge lo stadio con notevole anticipo e apparecchia lo spogliatoio che i giocatori troveranno completo di tutto, dallo spazzolino ai parastinchi, e in questo immane lavoro è coadiuvato da Nadia, per la lavanderia, e da Luca, nelle partite in casa. Il suo furgone, inseparabile compagno di sempre, è una specie di borsa di Mary Poppins, dal quale escono soddisfatte le più difficili delle pretese.

La leggenda narra che in un lontano ritiro estivo a Malles Venosta, per metterlo in difficoltà, Fabio Gallo e altri buontemponi snocciolassero le richieste più inverosimili: Dorino, imperturbabile, partiva verso il suo furgone e tornava puntualmente con quanto richiesto. Alla fine vinse lui per sfinimento. Non esiste giocatore passato dall’Atalanta che non dica di lui: «Non ho mai avuto un magazziniere del genere». Dorino conosce a memoria tutti i numeri e le marche di scarpe di ciascun calciatore che, attenzione, sono circa 120 paia da calcio e una trentina da ginnastica per ogni partita.

Appassionato di musica con un debole per i Pink Floyd, di cui ha seguito svariati concerti, Arrigoni possiede una formidabile raccolta di scarpe («Buone per quando l’Atalanta farà un museo» - sussurra) che vanno dal paio indossato da Doni ai mondiali nippo-coreani, all’ultimo con cui Caniggia ha fatto gol, dalle «Mariolino Corso» taroccate di Gallo agli scarpini di Pisani. Sabato 19 marzo a pranzo, riavutosi, dopo un bel po’, dall’emozione, Dorino ha bisbigliato semplicemente: «Non ho mai sudato così tanto!». Non avevamo dubbi, conoscendo l’innata ritrosia del personaggio, allergico alla presenza sotto i riflettori, anche se crediamo sarà stato felice di portare a casa, dalla moglie Gabriella e dai figli Valentina e Luca, l’attestazione della stima che è riuscito a conquistarsi in lunghi anni di militanza. Non sappiamo ancora cosa pensi Dorino della recentissima innovazione della Nike, quella delle scarpe autoallaccianti. Sappiamo, in compenso, come sia stata davvero generosa con l’Atalanta quella Befana del 1961.

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