Il Falco vince la sua prima tappa al Tour «Una felicità immensa»

Quello che non è riuscito l’altro giorno sul traguardo di Pau al palazzaghese Eddy Mazzoleni, è riuscito ieri a Revel a un nome illustre del ciclismo di casa nostra (e non solo), Paolo Savoldelli, vincitore di due Giri d’Italia. Paolino al rosa ha simbolicamente aggiunto un poco di giallo, colore che la Discovery Channel già ben conosce. Chiedere al padrone della «Grande Boucle», il texano Lance Armstrong. Ma com’è nata questa splendida vittoria? «Non c’è stato un accordo ben preciso, quando ho visto nascere attorno al 40° chilometro la fuga di un gruppetto mi sono inserito anch’io, mai pensando che sarebbe finita così. Abbiamo cominciato a crederci con il passare dei chilometri; con noi davanti non c’erano corridori di classifica, diversamente per rispetto di Lance non avrei potuto prestare la mia collaborazione. Il gruppo ha lasciato fare, noi ne abbiamo approfittato».

Qualche rischio nel finale? «Ogni gara presenta qualche sorpresa, e l’esperienza mi ha insegnato a correre con gli occhi bene aperti. Con Hinault non c’è stata intesa, dopo lo scollinamento dell’ultima salita, il francese mi diceva di essere stanco, e non mi andava certo di pilotarlo al traguardo con il rischio di essere beffato. La titubanza ha favorito a 2 chilometri dall’arrivo il rientro di Gerrans e Arvesen, a quel punto la situazione si era un po’ complicata ma non ho mai perso la speranza, nonostante il norvegese Arvesen in volata avrebbe potuto creare qualche problemino. Le ultime due curve sono state decisive: Arvesen era il più veloce ma, a sorpresa, è partito in anticipo: il buco che si era creato ho dovuto colmarlo io. In effetti Hinault non aveva più nulla da spendere, nemmeno l’australiano Gerrans è riuscito a resistere. Affrontando le ultime due curve mi sono lasciato entrambi alle spalle, poi ho saltato Arvesen».

Giro d’Italia e una tappa al Tour de France per Paolo rappresentano un bottino probabilmente insperato. «Sapete tutti com’è andata. Dopo tanti infortuni ho deciso di partecipare al Giro per verificare le mie effettive condizioni e con una piccola speranza, concludere al 5° posto che avrebbe già significato molto. Invece c’è stata la conquista della maglia rosa. Al Tour mi sono schierato con il solo proposito di essere d’utilità ad Armstrong e guarda caso mi trovo vincitore di tappa, la mia prima volta al Tour. È un’immensa soddisfazione». Emozioni destinate a rafforzarsi domenica a Parigi.

Ma pensa già al futuro? «No, anzi, appena torno in Italia mi farò operare per eliminare un foruncolo molto fastidioso al soprassella».

(21/07/2005)

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