Il gran rifiuto di Moralez
e i conti dell’Atalanta

Qualche riflessione sulla decisione del fantasista argentino di rifiutare il trasferimento in Arabia Saudita.

Privilegiando la veste del tifoso, mi soddisfa appieno il fatto che Moralez sia tornato in forza, oggi come oggi, all’Atalanta. Che non appartenga, si sostiene da più parti, al progetto tecnico-tattico di Edy Reja non mi impensierisce nemmeno un po’. Un giocatore dai piedi buoni come i suoi e dalla duttilità di impiego sul campo dovrebbe, alla fin delle fiera, essere di gradimento per qualsiasi allenatore. Senza contare l’apporto di Maxi nelle quattro stagioni con la maglia nerazzurra tranne, ad onor del vero, quella così-così di due anni or sono.

Diverso il discorso in chiave-bilancio. I 5 milioni di euro non pervenuti clamorosamente in entrata non vanno sottovalutati. Ma le nostre sono valutazioni, ribadiamo, coniugabili con la dichiarata mentalità del tifoso e non di chi è chiamato a gestire al meglio la partita doppia. Da sottolineare, comunque, che da un discreto numero di supporter atalantini, le voci di un a cessione di Moralez erano state salutare positivamente. Nessun stupore al pensiero che. discutendo di calcio, si può da sempre sostenere una cosa e contemporaneamente il contrario della stessa per poi rimandare l’ inappellabile sentenza al risultato del campo.

In ogni caso visto che il «gran rifiuto» alle favolose offerte economiche arabe è stato motivato da aspetti, prevalentemente, di carattere familiari, perché escludere un ingaggio in un club europeo o in quello della natia Argentina? Ai colpi di scena del mercato, del resto, siamo super abituati e da qui alla chiusura ne potremmo vedere ancora delle belle. E non solo sul futuro di Moralez.

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