Il Milan brinda con il Porto: vittoria da record

Sheva segna, Dida conserva. Con 15 trofei internazionali eguagliato il primato del Real Madrid

Non era vero il Milan perdente del precampionato. Il Milan vero è quello che batte 1-0 il Porto, che sa imporre il suo gioco ma sa anche soffrire e tenere duro e che, soprattutto, sa vincere la quarta Supercoppa Europea (record assoluto) della sua storia nella serata di Montecarlo.

Ancelotti voleva una partenza di fuoco e i giocatori gliela danno. I primi 15’ sono un autentico dominio del Milan che prende subito il controllo del centrocampo: Gattuso è dovunque, mentre Pirlo ispira alla sua maniera; la difesa portoghese, intanto, è subito in crisi visto che Inzaghi e Shevchenko vanno puntualmente via in velocità ai due centrali Jorge Costa e Carvalho. E infatti dopo 6’ il Milan è già vicino al gol: Vitor Baia sbaglia un rinvio (così il Porto ha incassato il gol domenica dall’Amadora) e Shevchenko prende palla, scende sulla destra e serve Inzaghi la cui girata al volo è di poco al lato. La pressione milanista è sempre più forte e il gol arriva al 10’: Rui Costa scende rapido a destra e supera in velocità due avversari prima di servire un perfetto cross al centro per Shevchenko che stacca altissimo e infila di testa. Ancelotti guarda Rui Costa e alza il pollice, la partenza a razzo ha portato i suoi frutti.

Lo schiaffone sveglia però il Porto che pian piano comincia a costruire le sue geometrie. Paulo Ferreira e Alenitchev cercano di sfondare a destra ma sbattono contro Pancaro e i raddoppi di Seedorf. Deco svaria su tutto il fronte d’attacco, ma McCarthy sembra un fantasma, mentre Derlei non punge. Il Milan comincia a rallentare e arretra il baricentro della squadra. Ora il centrocampo è del Porto, ma Ancelotti mostra un’altra versione rossonera basata sulle aperture di Rui Costa e Pirlo e sulla velocità di Shevchenko che appare scatenato sia negli inserimenti centrali quanto nell’allargarsi per aprire spazi a Inzaghi. Al 29’ l’ucraino apre per Seedorf che tira al volo, fuori di poco. Al 33’ sempre Sheva scende velocissimo, dribbla due avversari e serve Inzaghi che tira in velocità sull’esterno della rete. Dall’altra parte la difesa milanista regge molto bene e Dida chiude il primo tempo con il solo pericolo di un tiro di Maniche, ben liberato da Derlei, che sorvola la traversa.

Tutto invariato nella ripresa, anche dal punto di vista del gioco: Porto che tiene palla e costruisce, Milan che aspetta e morde. Dopo 1’, però, Dida trema quando Simic buca l’intervento su un lancio da centrocampo e Maniche spedisce il suo esterno destro a toccare la traversa rossonera. Il Milan corre il rischio di deconcentrarsi e infatti al 12’ Maniche sorprende un po’ tutti con una gran botta da fuori che va fuori di un soffio. Ma di là c’è sempre uno Shevchenko in gran forma: Rui Costa allarga per l’ucraino che con una finta fa fuori due difensori e cross per Inzaghi, il cui colpo di testa va però alto.

Mourinho richiama uno spento Costinha e inserisce il 21enne congolese Bosingwa che va a formare un tris d’attacco con Derlei e Jankauskas, che aveva già rilevato uno spento McCarthy. Ma è il Milan ad avere spazi e le migliori occasioni. Ci prova Rui Costa che tira alto da due passi, ci prova Inzaghi su cui salva alla grande Vitor Baia in uscita. Sembra fatta, ma il Porto ci crede e sfiora il pareggio al 35’ con Derlei che stoppa e inventa una stupenda mezza rovesciata volante che finisce di pochissimo fuori.

Il Milan ora è stanco e soffre: Derlei approfitta di un altro errore di Simic e impegna Dida in angolo, sul corner il portiere brasiliano salva sulla linea la conclusione a botta sicura di Bosingwa. Poi è Maldini a gestire gli ultimi minuti dall’alto della sua esperienza e il Porto si arrende: il Milan vive un’altra notte magica dopo Manchester, raggiunge il Real Madrid a quota 15 grandi trofei internazionali e si conferma re d’Europa.

(30/8/2003)

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