Le motivazioni del giudice sportivo

Una «circostanza di carattere eccezionale», che fa di Atalanta-Milan una partita «formalmente interrotta ma che, di fatto, è stata "non disputata", neppure in tale breve lasso di tempo, per il delinquenziale comportamento di un gruppo di spettatori della curva nord». Così il giudice sportivo Gianpaolo Tosel, nelle motivazioni, ha spiegato il perchè della sua decisione di fare rigiocare Atalanta-Milan (anche se a porte chiuse):«Dall’esame del circostanziato referto arbitrale e della esaustiva relazione dei rappresentanti della Procura federale, la genesi e la dinamica degli eventi verificatisi in occasione della gara Atalanta-Milan possono essere sintetizzate cronologicamente nei seguenti momenti:a) verso le ore 13.00, alcuni sostenitori della squadra ospitante, all’esterno dello stadio, nella zona adiacente la curva nord, indirizzavano una sassaiola verso le Forze dell’ordine, che intervenivano con una manovra di alleggerimento;b) verso le ore 13.30, le Forze dell’ordine divenivano il bersaglio di altro, e intensissimo, lancio di oggetti di varia natura (sassi, bottiglie e così via), a cui partecipava anche un gruppo di sostenitori della squadra ospitata, sopraggiunti a bordo di alcuni autobus, che rendeva necessario, ancora all’esterno dello stadio, un massiccio intervento di contrapposizione, con nutrito lancio di lacrimogeni;c) in tale situazione di estrema tensione e di concreto pericolo, il dirigente del servizio di ordine pubblico dichiarava ai rappresentanti della Procura federale che si riservava ogni decisione circa l’inizio, o meno, della gara;d) alle ore 15.10 l’Arbitro, non avendo ricevuta alcuna comunicazione da parte dell’Autorità di P.S., dava inizio alla gara, in uno stadio non presidiato dalle Forze dell’ordine, che erano state posizionate all’esterno della struttura; e) nei minuti immediatamente successivi, sostenitori locali, annidati nella curva nord, in rapida successione, lanciavano sul terreno di giuoco due fumogeni, facevano esplodere un potente petardo ed iniziavano lo sfondamento, con calci e mediante un pesante oggetto metallico, della recinzione in plexiglass che delimita il settore di pertinenza, ignorando gli appelli rivolti loro da numerosi calciatori atalantini;f) alle ore 15.17 il dirigente del servizio di ordine pubblico, a giuoco ormai fermo, comunicava all’Arbitro ed ai rappresentanti della Procura federale, sul terreno di giuoco, che il Questore aveva disposto la sospensione temporanea della gara, per cui le squadre facevano rientro negli spogliatoi, mentre buona parte degli spettatori manifestava sonoramente il proprio dissenso;g) alle ore 15.45 il medesimo dirigente, negli spogliatoi, comunicava verbalmente all’Arbitro, in presenza anche dei rappresentanti della Procura federale, il provvedimento del Questore, con cui veniva disposta la sospensione definitiva della gara.Ciò premesso in linea di fatto, questo Giudice, ai fini ed agli effetti della normativa dettata dall’art. 17 del CGS, ritiene rilevanti le seguenti considerazioni:1) la gara Atalanta-Milan si disputava in un’atmosfera connotata da una particolare tensione emotiva, che aveva coinvolto il mondo calcistico (e non soltanto quello calcistico) per l’uccisione,poche ore prima, di un giovane tifoso laziale;2) in questo clima, un gruppo di delinquenti ha colto l’occasione (rectius, il pretesto) per un’aggressione, violenta e sistematica, alle Forze dell’ordine, non direttamente correlata alla gara da disputarsi, ma con l’intento esclusivo di contrapporsi alle decisioni adottate dalle Istituzioni circa lo volgimento della giornata di campionato;3) le condizioni ambientali, determinatesi dentro e fuori lo stadio di Bergamo, hanno imposto l’intervento dell’autorità di P.S. che, a salvaguardia della pubblica incolumità, ha adottato i provvedimenti ritenuti opportuni in merito al presidio dello stadio, all’inizio della gara, alla sua sospensione temporanea e, quindi, definitiva, provvedimenti ai quali l’Arbitro si è, doverosamente e puntualmente, attenuto.Esula (è ovvio, ma giova sottolinearlo) dai limiti funzionali di questo Organo di Giustizia Sportiva ogni considerazione nel merito sui provvedimenti adottati dall’autorità di P.S. ma, nel contempo, questo Giudice ritiene che tale intervento istituzionale, per le peculiari finalità perseguite e per le modalità di attuazione, costituisca una «circostanza di carattere eccezionale», prevista e disciplinata al n. 4 dell’art. 17 CGS, non valutabile con criteri esclusivamente tecnico-sportivi.Conseguentemente, va disposta la ripetizione della gara che, sia letto incidenter tantum, è stata formalmente «interrotta» dopo 7 minuti dall’inizio ma che, di fatto, è stata "non disputata", neppure in tale breve lasso di tempo, per il delinquenziale comportamento di un gruppo di spettatori della curva nord. Di tale comportamento dei propri sedicenti sostenitori la Soc. Atalanta deve rispondere, a titolo di responsabilità oggettiva, con l’assoggettamento ad una sanzione che, per la sua funzione retributiva e per la sua finalità di prevenzione, deve essere commisurata alla particolare gravità dei fatti addebitati, ai negativi precedenti disciplinari ed al concreto pericolo di ulteriore recidività, e che, per converso, deve riflettere l’attribuibilità degli illeciti comportamenti in via esclusiva agli spettatori del settore denominato curva nord, nonchè la concreta cooperazione offerta dalla Società alle Forze dell’ordine ed il lodevole atteggiamento assunto in campo dai suoi tesserati.P.Q.M. (per questi motivi) visti gli artt. 12, 13 n. 1 lettere b) ed e) e n. 2, 17 n. 4, e18 lettere d) e e) CGS; delibera di annullare la gara Atalanta-Milan, disponendone la ripetizione a porte chiuse e sancisce altresì l’obbligo, fino al 31 marzo 2008, di disputare tutte le gare con il settore denominato curva nord inibito agli spettatori».(19/11/2007)

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