Pazzini e Saudati, coppia da fare

Pazzini e Saudati, coppia da fareI pareri di Garlini e Cantarutti: «Si può tentare, a patto di garantire equilibrio al gioco della squadra»

Il punto è: una punta o due punte? E non è soltanto un gioco di parole: ne va del gioco sul campo. E - ironia del discorso - anche dei punti in classifica. Non si sa se capiterà domenica, ma lo stesso mister Mandorlini ha messo tutti in preallarme: tra Pescara, Torino e Messina l’Atalanta giocherà almeno una partita con due punte. Cioè, se ne andrà temporaneamente in soffitta il modulo che ha accompagnato i nerazzurri in queste prime 31 partite di campionato: una punta e due trequartisti. Dal 4-3-3 al 4-3-1-2.

La cosa fa discutere, non foss’altro per il dibattito che suscitò non più tardi di due settimane fa la perentoria uscita di Silvio Berlusconi sul Milan: «Deve sempre giocare a due punte», decretò il presidente rossonero. E da allora, Ancelotti ha applicato il modulo presidenziale.

Così, a discutere del dilemma punte abbiamo chiamato due degli attaccanti maggiormente presenti nei ricordi dei tifosi atalantini: Oliviero Garlini e Aldo Cantarutti. Quelli, per rinfrescare la memoria di tutti, dell’Atalanta in semifinale di Coppa delle Coppe. E con questo s’è detto tutto.

«L’Atalanta a due punte? Può anche andare bene - dice subito Cantarutti - ma a patto che non si pensi che basti questo per risolvere i problemi della squadra. L’equazione secondo cui più attaccanti corrispondono per forza a più gol a mio avviso non è affatto corretta. Certo, è un dibattito di moda dopo l’uscita del premier, ma per sapere cosa è meglio per l’Atalanta bisognerebbe essere nella testa di Mandorlini. L’allenatore nerazzurro è un grande esperto di calcio, sa sicuramente qual è la soluzione migliore. Se mi si chiede il mio parere personale allora rispondo che il modulo a una punta o a due punte non è mai determinante. Quel che conta è la forma degli attaccanti, e anche il gioco dei suggeritori che si muovono dietro».

Dunque, Cantarutti non sposa a priori una o l’altra soluzione. «L’Atalanta ha fatto benissimo fin qui con il modulo che Mandorlini ha impostato all’inizio. Certo, forse ora pensa a qualche alternativa anche per il fatto che è venuta a mancare la punta di peso e che i possibili sostituti non attraversano un grande momento di forma. Ma farei attenzione a inserire una punta in più e a rinunciare ai trequartisti: non dimentichiamo che l’Atalanta fino a questo punto ha tratto grande giovamento dai gol di Pinardi e Gautieri. In ogni caso - conclude l’attaccante friulano - credo che Saudati e Pazzini insieme possano fare bene. L’Atalanta ha buoni attaccanti. Il loro utilizzo contemporaneo va valutato anche a seconda dell’avversario che di volta in volta si incontra. L’importante è garantire equilibrio al gioco».

Diverso il parere di Oliviero Garlini. Il bomber di Stezzano punta deciso sulle due punte. «A patto - puntualizza - che facciano grande movimento e che diano una mano al centrocampo. Perché né Pazzini né Saudati sono vere "boe" d’area, dunque è indispensabile che si muovano, agevolando da un lato il lavoro del centrocampo e dall’altro le possibilità d’inserimento delle ali, che all’Atalanta hanno sempre garantito grande qualità».

Secondo Garlini, l’Atalanta può giocare con due punte e, nel contempo, può non rinunciare a uno tra Pinardi e Gautieri, più probabilmente Gautieri. «Credo che possano giocare insieme, e lo dico anche perché lo schieramento a due punte ha un senso soprattutto se si garantisce un’adeguata fornitura di palloni. Insomma: i nerazzurri hanno a disposizione gente che vale la serie A, dunque questa qualità va sfruttata». E forse, questa potrebbe essere una soluzione valida per conquistare punti soprattutto in casa. Garlini concorda: «Certamente: contro squadre che tendono a chiudersi in difesa l’utilizzo di due punte può garantire maggiore pericolosità in attacco. Ma ribadisco che comunque bisognerebbe trovare il modo di valorizzare il gioco sulle fasce. Mentre contro squadre che amano rilanciare il gioco con il contropiede potrebbe anche bastare una punta, che avrebbe la possibilità di muoversi negli spazi». Dunque una punta o due? Garlini dà la sua preferenza alle due punte. «Ma la precedenza, in questo periodo, va ai punti. Bisogna portarli a casa». E su questo non c’è dibattito.

(13/03/2004)

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