Ruggeri: «Decisione difficile, ma non c’erano alternative»

«Non siamo ancora retrocessi». La scelta di cambiare allenatore era un chiaro segnale del pensiero della società ma, casomai qualcuno non l’avesse capito, Ivan Ruggeri lo ribadisce a chiare lettere durante la presentazione del nuovo tecnico Delio Rossi.

«Cosa ci aspettiamo da Rossi? Semplice, speriamo che ci aiuti a uscire da una situazione di classifica imbarazzante».

È stata una decisione difficile?

«Sì, il cambio dell’allenatore per me è stato molto sofferto, perché sapete tutti quale fosse il rapporto fra me e Mandorlini. Ma si sa che il calcio va così. Speravo di non dover arrivare a questo punto, ma non potevo fare altrimenti. Ringrazio Mandorlini per quello che ha fatto, ma a questo punto è un capitolo chiuso. Si riparte da Rossi che è un ottimo allenatore».

Che cosa è cambiato rispetto a una settimana fa, quando avevate deciso di proseguire con Mandorlini?

«Lo ripeto: Mandorlini è un capitolo chiuso, preferisco non parlare del passato».

A inizio stagione si pensava che l’Atalanta potesse fare molto di più...

«Lo pensavamo un po’ tutti. Eravamo convinti di avere una buona squadra, all’altezza delle 10 o 12 formazioni della seconda metà della classifica. E invece siamo ultimi, ma la squadra non è così scarsa da meritare solo sette punti».

In estate si poteva fare di più sul mercato?

«La squadra l’abbiamo fatta con Mandrolini. Se avessi avuto input prima, avremmo cambiato qualcosa e forse ora saremmo più tranquilli».

E ora avete intenzione di muovervi sul mercato?

«Sì, interverremo. Come abbiamo trovato un mutuo per pagare Rossi – risponde polemicamente Ruggeri – ne troveremo uno anche per prendere qualche giocatore. Perché parlo di mutuo? Perché qualcuno scrive che l’Atalanta è senza soldi. Ma noi i soldi li stiamo tirando fuori».

Torniamo all’esonero. Come mai si è arrivati a questa decisione?

«Non ci sono cause specifiche. Ma guardando la classifica ci si rende conto che c’era qualcosa da cambiare. Abbiamo sette punti e non riuscivamo a trovare la strada per uscire da questa situazione. Forse non siamo riusciti a ricreare quell’entusiasmo che c’era all’inizio dell’avventura e quindi è stata necessaria una sterzata. Mi spiace, anche perché non sono certo un presidente mangia allenatori. Una settimana fa avevo parlato con la squadra, ma non c’è stata reazione. Forse qualcosa si è spento e siamo arrivati a questa conclusione».

Perché un contratto di sei mesi per Rossi?

«Mi sembra giusto conoscersi. Poi è ovvio che se ci saranno i presupposti allungheremo il rapporto e, a dire il vero, ne abbiamo già parlato lunedì sera. Anche perché, viste le caratteristiche di Rossi, il progetto è quello che vuole società e si prosegue all’insegna della continuità».

(08/12/2004)

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