I palazzi, le fabbriche, la gente: ecco come era via Palma il Vecchio 70 anni fa

Storylab stavolta ci porta in via Palma il Vecchio, con uno scatto di fine anni Quaranta.

Un altro scatto affascinante della città di Bergamo del passato. Questa fotografia, apparsa su Storylab.it, è datata 1949 e proviene dall’archivio del glorioso studio fotografico Wells di Bergamo, che custodisce tantissime immagini storiche della nostra città e ci permette di fare il confronto con la realtà di oggi. Siamo in città bassa, in via Palma il Vecchio, nei pressi dell’incrocio con le vie Moroni e Previtali . A destra, non visibile nella foto, c’era e c’è ancora l’antica Porta Osio, una delle antiche porte daziarie della città. Osservando gli edifici in primo piano che costeggiano via Palma il Vecchio, non è difficile riconoscere questo tratto di strada: anche se sono passati 73 anni, infatti, la loro impostazione è rimasta la stessa. Sono cambiati invece i mezzi di trasporto e il traffico: poche le auto in circolazione all’epoca, passava qualche moto, ma la maggior parte della gente si spostava a piedi, o in bici, con il carretto o con i mezzi pubblici.

Più avanti, invece, cambia il «panorama»: all’incrocio con vi Broseta, infatti, sulla destra c’era lo stabilimento della filatura Zopfi ( ne abbiamo parlato in questo articolo ) che cessò la sua attività negli anni Sessanta e, insieme al vicino Istituto italiano d’arti grafiche, fu demolito per fare posto al Triangolo , il grande complesso residenziale e per uffici costruito tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del nuovo secolo. Come abbiamo raccontato altre volte nella nostra rubrica, un tempo le fabbriche erano parte integrante del tessuto urbano, a differenza di oggi. Infine, osservando lo sfondo, all’incrocio con via Nullo, il palazzo di allora è sparito e al suo posto è sorto un edificio più grande e moderno.

Ecco il confronto tra ieri e oggi con lo scatto del nostro Beppe Bedolis.

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