Quando passava il «Gamba de lègn»
Il mitico (e traballante) trenino a vapore

Da Storylab.it una carrellata di immagini del «Gamba de lègn», storico tram a vapore che tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento collegava Bergamo a Monza.

Lo chiamavano «Gamba de lègn», gamba di legno, ed era un minuscolo tram a vapore. Ne circolavano diversi tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento in Lombardia, Bergamo compresa. In particolare il Gamba de lègn «bergamasco» collegava la nostra città a Monza: venne inaugurato il primo luglio 1890 e il percorso era lungo poco meno di 38 chilometri. Qualcuno se lo ricorda ancora perché fu l’ultima tramvia provinciale a vapore a venire chiusa, nel 1953 per il tratto Bergamo-Trezzo e nel 1958 per il tratto Trezzo-Monza. Perché questo strano nome? Durante la marcia traballava, ondeggiava, sembrava avesse una gamba di legno al posto di una delle ruote tanto il suo procedere era scomposto. Forse questo era dovuto alle imperfezioni del fondo sul quale posavano le rotaie.

Il trenino da Bergamo passava per Grumello, Sforzatica, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Boltiere, Brembate, Crespi d’Adda, Capriate, Trezzo (attraversava il fiume Adda sul ponte a travate metalliche costruito negli anni Ottanta del XIX secolo), Busnago, Mezzago, Bellusco, Vimercate, Concorezzo e infine Monza. L’ultima corsa dalla stazione di Bergamo, che si trovava in via Paleocapa, avvenne la sera del 31 gennaio 1953: ore 21,10.

Il Gamba de lègn ispirò canzoncine e filastrocche ora dimenticate tra i bambini dei borghi che attraversava e i poeti vernacoli non mancavano di dedicargli poesie. Pure la cronaca si occupò molte volte di questo tram nel corso della sua lunga carriera. Il fatto che il tracciato fosse solo in parte su sede propria, mentre per il resto correva su strada fu causa di numerosi incidenti. I più frequenti con pedoni, ciclisti e con i carri a cavalli. Per esempio, capitava che i carrettieri, nel tornare a casa di sera, lasciassero fare al cavallo mentre loro schiacciavano un sonnellino. Il cavallo se ne andava per conto suo, invadeva i binari e succedeva il patatrac. Su Storylab.it tante altre foto del mitico trenino

© RIPRODUZIONE RISERVATA