Ccs, parte la definizione della strategia Ue

Quotidiano Energia - Nonostante la spinta del sistema Ets e l’esistenza di norme ambientali relative allo stoccaggio geologico della CO2, la Ccs “non si sta sviluppando abbastanza rapidamente” a causa degli elevati costi iniziali nella fase di individuazione e sviluppo dei siti e della mancanza di un quadro giuridico normativo specifico, che a sua volta rende difficile pianificare gli investimenti. E’ la considerazione che ha spinto la Commissione europea ad avviare la preparazione di una “Strategia Ue intesa a creare un mercato unico dei servizi di trasporto e stoccaggio della CO2 entro il 2030”, che sarà contenuta in una comunicazione che Bruxelles prevede di adottare nel quarto trimestre del 2023.

L'esecutivo comunitario ha avviato adesso la prima fase di consultazione (“invito a presentare contributi”) sulla Strategia, che terminerà il 31 agosto.

“Chiediamo un feedback sugli impatti che questa tecnologia potrà avere in vista degli obiettivi al 2030 e al 2050 e su ciò che la Commissione Ue dovrebbe fare per ottimizzare l’utilizzo di tale tecnologia”, ha spiegato venerdì 9 giugno Ruud Kempener, membro del Gabinetto della commissaria Ue all’Energia Kadri Simson, intervenendo al convegno “REPowerEU: Decarbonisation and Security of Gas Supply” organizzato da Eurogas e Italgas (vedi notizia a parte).

Il documento di consultazione sottolinea che “anche un sistema energetico pienamente integrato non può eliminare le emissioni di CO2 da tutte le componenti dell’economia” e di conseguenza la cattura e stoccaggio (Ccs) e la cattura e utilizzo (Ccu) del carbonio hanno un ruolo soprattutto nei settori hard-to-abate. Per questo motivo, il Net-Zero Industry Act prevede la creazione di un contesto normativo semplificato per gli investimenti nella Ccs e Ccu e fissa l’obiettivo di una capacità operativa annuale di iniezione di CO2 di 50 milioni di tonnellate entro il 2030.

Ma attualmente non ci sono norme che garantiscano il libero accesso alle infrastrutture di trasporto e stoccaggio della CO2 né standard minimi di qualità e la progettazione delle infrastrutture non è coordinata né pianificata a livello della Ue.  Tutto questo “rischia di creare un mercato frammentato, con normative nazionali che costringono a investimenti e soluzioni non ottimali, impedendo l’emergere di un mercato unico”.

La Strategia comprenderà perciò i seguenti elementi: obiettivi per il 2040 e il 2050 per le infrastrutture di stoccaggio, al fine di ridurre i rischi e indirizzare meglio gli investimenti nel mercato emergente delle soluzioni di gestione industriale del carbonio; individuare le esigenze di regolamentazione delle infrastrutture emergenti di trasporto e stoccaggio della CO2, inclusi accesso di terzi, standard di qualità della CO2, controllo normativo e pianificazione infrastrutturale a lungo termine; valutare quale ruolo avranno gli assorbimenti industriali di carbonio nelle politiche Ue sul clima; valutare finanziamenti coordinati della Ue e degli Stati membri da erogare a progetti di gestione industriale del carbonio che stimolino gli investimenti privati; valutare il ruolo di un’iniziativa industriale; definire tappe fondamentali per lo sviluppo del mercato; valutare altre potenziali misure che potrebbero favorire la diffusione della gestione industriale del carbonio in Europa; analizzare le questioni collegate alla sensibilizzazione del pubblico sulla gestione industriale del carbonio.

Oltre che sui risultati della consultazione, la Strategia si baserà sugli ultimi modelli disponibili al 2050 della Commissione, su due studi in corso sulle infrastrutture Ccs, sui contributi del Forum Ccus e su una piattaforma di consultazione dei portatori di interessi dedicata alle questioni di gestione industriale del carbonio.

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