Energia: Legacoop, in Romagna una impresa su 10 a rischio

(ANSA) - FORLI, 04 OTT - Una cooperativa su dieci sta considerando di fermare gli impianti, un rapporto che sale a una su quattro nel settore dei trasporti e della logistica. È quanto emerge da un'indagine interna presentata da Legacoop Romagna, secondo cui le imprese si aspettano che i costi dell'energia rimangano alti anche per il 2023. Con conseguenze potenzialmente drammatiche, fino al ricorso agli ammortizzatori sociali e alla sospensione dell'attività.

In grave difficoltà sono tutte le filiere produttive e le aziende meno strutturate dal punto di vista patrimoniale. Circa un terzo delle cooperative esaminate prevede aumenti dei costi dell'energia superiori al 100%. Di queste quasi la metà preventiva aumenti di oltre il 200%. Le più colpite nell'immediato sono le cooperative della filiera agroalimentare e della filiera sociale e servizi. Queste ultime, in particolare, segnalano forti criticità sui flussi finanziari e sulla liquidità. Di fronte alla crisi energetica tre coop su quattro stanno attuando iniziative per il contenimento dei consumi, ma anche indagini di mercato sui fornitori e interventi sull'organizzazione del lavoro. Minori le percentuali di chi sta attuando investimenti per l'autonomia energetica attraverso le fonti rinnovabili, visti i tempi lunghi e i requisiti finanziari necessari. L'energia, secondo lo studio, non è l'unico problema: chi produce beni fatica ad assorbire i giganteschi rincari subiti da tutte le materie prime. Il dato più preoccupante riguarda il 9% di aziende che prevede di spegnere gli impianti o di ricorrere agli ammortizzatori sociali (7%) se i costi energetici rimarranno invariati e non ci saranno interventi forti di carattere pubblico. (ANSA).

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