Esperto, porti italiani strategici per il Gh2 del Nordafrica

(ANSA) - BERLINO, 11 MAG - I porti italiani possono avere un ruolo "strategico" nel raggiungimento del "Global net zero emission", l'obbiettivo che richiederà considerevoli quantità di idrogeno verde (GH2): 500-600 milioni di tonnellate equivalenti entro il 2030 con la Ue che, con il suo REPowerEU Plan, si è impegnata ad importare fino a dieci milioni di t. annue di GH2 sempre sino alla fine di questo decennio.

E' quanto emerge da dichiarazioni fatta all'ANSA da Raffaele Boldracchi, ex manager di Ifc (Banca mondiale) e Bers (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo) che assiste agenzie delle Nazioni Unite nella mobilizzazione di risorse finanziarie e, dopo essersi occupato di Nord Africa, sviluppa strategie per la mobilizzazione di risorse in Namibia, anche a livello GH2.

Boldracchi ritiene che l'Africa possa giocare "un ruolo chiave" nella produzione globale di GH2. Nel 2022, Egitto, Kenya, Mauritania, Marocco, Namibia e South Africa hanno firmato "Agha", una sorta di Opec del GH2. Sono Paesi destinati ad integrare le loro produzioni nella "European Hydrogen Backbone initiative" grazie a un flusso di notevoli investimenti, anche europei. Secondo Boldracchi, il trasporto del GH2 prodotto in Africa, e destinato ai mercati europei, "implica un ruolo strategico per i porti europei".

A livello italiano, ha ricordato il consulente, solo il porto di Trieste dovrebbe trasformarsi in un terminale chiave nella 'Green Corridor', una pipeline pianificata per trasportare GH2 dal Marocco all'Europa a partire dal 2030. (ANSA).

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