“Proteggere i consumatori ma senza compromettere il mercato”

Quotidiano Energia - La battaglia per i diritti dei consumatori va combattuta evitando “interventi pubblici invasivi” e senza ledere “quelle dinamiche di concorrenza e di mercato che andrebbero invece maggiormente salvaguardate e garantite”.


È forse questo il messaggio più interessante che emerge dalla relazione sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, istituita con delibera della Camera del 13 ottobre 2021 e presieduta dal deputato di FI Simone Baldelli. Peraltro non ricandidato alle elezioni del 25 settembre.

Dal 14 dicembre 2021 al 13 luglio 2022 la Commissione ha svolto 29 sedute di audizioni tra cui Arera e Antitrust, oltre all’AU che ha mandato solo una memoria non potendo essere audita per lo scioglimento anticipato delle Camere. Sono state acquisite circa 1.500 pagine di unità documentali.

Dalle audizioni, si legge nella relazione, “sono emersi alcuni importanti elementi” dai quali “riteniamo il Parlamento possa muovere, nella prossima legislatura, se lo riterrà, sia prendendo spunti per atti di indirizzo o interventi di carattere normativo, sia per dare seguito all’intenso lavoro avviato in questa”.

Tutela consumatori, caro-energia e mercato
Il passaggio sul ruolo del mercato appare particolarmente rilevante in un momento in cui la crisi gas e il caro-energia sembrano metterne in discussione le fondamenta.

Secondo la Commissione non bisogna “cedere alla tentazione di mettere in campo una massiccia, e a volte contraddittoria, produzione di norme che rischiano sin dalla nascita di dimostrarsi aggirabili” o a quella di “realizzare interventi pubblici invasivi che rischiano di rivelarsi inefficaci e di ledere quelle dinamiche di concorrenza e di mercato che andrebbero invece maggiormente salvaguardate e garantite proprio a protezione dei consumatori”.

È invece necessario “consegnare agli utenti un armamentario sempre più vasto sia di conoscenze, educazione e informazioni, sia di strumenti, tecnologici e giuridici (come la conciliazione) efficaci e accessibili, per poter far valere e vedersi riconosciuti in tempi ragionevoli i propri diritti”.

Particolare attenzione è dedicata al “passaggio delicato della transizione dal mercato tutelato al mercato libero per i settori di gas ed energia, sui cui tempi e modalità sarà compito del legislatore svolgere le più opportune valutazioni, facendo comunque in modo di tutelare l’effettiva facoltà di scelta libera e consapevole degli utenti, anche attraverso la possibilità di un confronto effettivo dei prezzi proposti dai vari operatori”.

Sul tema “attualissimo dell’aumento dei prezzi di materie prime, energia e carburanti”, la relazione sottolinea però al contempo l’esigenza di “monitorare con tutti gli strumenti necessari l’andamento dei prezzi, con particolare riferimento ad eventuali dinamiche speculative e ai comportamenti scorretti o distorsivi della concorrenza che possono essere presenti all’interno delle varie filiere”.

La Commissione evidenzia poi “alcune criticità emerse in sede di audizione e che riguardano il settore pubblico, con particolare riguardo agli enti locali: si pensi al mancato rispetto da parte di diversi comuni della norma sul termine biennale di prescrizione delle bollette, denunciato da Agcm”.

Codice consumo: superare la segmentazione settoriale
“Un aspetto da considerare è che, a diciassette anni dall’ultima revisione, il Codice del Consumo possa necessitare di un aggiornamento”, afferma la relazione.

Il modello di unità delle tutele che il Codice proponeva, si legge nel documento, “ha visto susseguirsi due decenni di legislazione settoriale, che hanno in qualche misura segmentato le tutele sui settori verticali: bancario, finanziario, assicurativo, energetico, dei trasporti, delle comunicazioni, e così via, con le specificità di ciascun settore che hanno prevalso sull’uniformità delle tutele e degli strumenti”.

Una “matrice regolatoria” che “rischia di non essere più adeguata, perché i ‘verticali’ non sono più tra loro separati (ad esempio, le banche vendono prodotti finanziari e assicurativi), perché le norme orizzontali (concorrenza, dati personali, consumi) hanno mostrato limiti nell’affrontare l’evoluzione tecnologica e, infine, perché la regolazione per soggetti, poi per attività e infine per prodotti, si è trasformata oggi in regolazione per tecnologia”.

E “proprio la tecnologia può rappresentare il perno da cui muovere per tornare a un’unità di sistema che il Codice proponeva e che in questi anni si è andata in qualche misura perdendo, in modo da ridurre l’attuale disparità delle tutele, diverse a seconda che il consumatore sia un correntista, un assicurato, un investitore, un utente di comunicazioni o di energia, o altro”.

Può apparire quindi necessario “un maggior coordinamento tra le autorità indipendenti, forse anche in forma istituzionale, sulla direttrice dei protocolli di coordinamento, cui magari immaginare di aggiungere procedure applicative vincolanti, insieme alla facoltà, per chi ne abbia bisogno, di avvalersi di ulteriore personale aggiuntivo”.

Per la Commissione appare anche necessaria “una maggiore reale trasparenza sul mercato, quanto alla qualità dei servizi offerti ai consumatori e agli strumenti di monitoraggio e di misurazione di questa qualità”.

Emerge infine il bisogno “di una efficace campagna di informazione sui diritti di consumatori e utenti, ancora poco conosciuti, e sulla loro rivendicazione”.

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