Ue: rinnovabili di “interesse pubblico”

Quotidiano Energia - Rigidi paletti ai tempi autorizzativi, introduzione del concetto di “silenzio assenso” e soprattutto inclusione degli impianti da rinnovabili tra le attività di “interesse pubblico”. Sono i punti essenziali del regolamento temporaneo di emergenza per l’accelerazione della diffusione delle fonti rinnovabili proposto mercoledì 2 novembre dalla Commissione Ue, che come richiesto dal Consiglio Europeo il mese scorso ha anticipato le norme previste da REPowerEU.


Il regolamento, che si applicherà per un anno dopo il via libera d’urgenza del Consiglio, riguarda alcune delle norme per “le tecnologie e le tipologie di progetti che hanno il potenziale più elevato per un rapido sviluppo” contenute della nuova direttiva sulle rinnovabili, proposta da Bruxelles l’anno scorso nell’ambito di Fit for 55 e rafforzata con REPowerEU e al momento in fase di negoziato.

In base alla proposta, gli impianti Fer saranno classificati di “interesse pubblico prevalente e a servizio della salute e sicurezza pubblica”, in modo da permettere alle procedure di autorizzazione avviate dopo l’entrata in vigore del regolamento di beneficiare di una valutazione semplificata e di specifiche deroghe alla legislazione ambientale Ue, in particolare alle direttive 92/43 (Habitat), 2000/60 (Acqua) e 2009/147 (Uccelli).

Per gli impianti solari di potenza inferiore a 50 kW e per quelli installati su tetti, parcheggi, capannoni, infrastrutture di trasporto o qualsiasi altra struttura artificiale e per le relative connessioni, il regolamento pone un termine massimo di un mese alla conclusione della procedura autorizzativa e alcune esenzioni alle valutazioni ambientali. Inoltre, viene introdotto il “silenzio assenso” per gli impianti in autoconsumo.

L’accelerazione degli iter riguarda poi gli interventi di repowering, con le valutazioni ambientali che dovranno essere concluse entro sei mesi e limitarsi ai potenziali impatti derivanti dalla modifica o ampliamento rispetto al progetto originario. E’ anche prevista una procedura semplificata per le connessioni alla rete nei casi in cui il repowering non aumenti di oltre il 15% la capacità dell’impianto.

Le norme per il repowering riguardano soprattutto l’eolico onshore, che nelle Ue – sottolinea la Commissione – vedrà circa 38 GW (equivalenti a un quarto della capacità complessiva attualmente installata) raggiungere la fine del ciclo di vita ventennale entro il 2025.

La proposta di regolamento accelera infine le procedure di rilascio delle autorizzazioni alle pompe di calore, introducendo un termine massimo di tre mesi e un iter semplificato per la connessione alla rete per gli impianti di piccole dimensioni. In pratica, basterà una semplice notifica per la connessione di pompe di calore fino a 12 kW (potenza che sale a 50 kW se almeno il 60% sarà utilizzata per un autoconsumo).

Le proiezioni dell’esecutivo comunitario indicano che il 2022 sarà un anno record per le rinnovabili nella Ue, con la nuova capacità che dovrebbe assommare ad oltre 50 GW di cui 40 GW FV. Tuttavia, la commissaria Kadri Simson ha ricordato che per raggiungere l’obiettivo di 600 GW al 2030 della strategia per l’energia solare, dovranno essere realizzati 60 nuovi GW all’anno.

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