Pesce rosso, niente
boccia di vetro

Non ne capisco il motivo, ma il pesce rosso è ritenuto un animale di serie B. Forse perché costa poco o forse perché la leggenda metropolitana racconta che i suoi bisogni siano minimi; ciò non toglie che lo obblighiamo a vivere in condizioni precarie e continuiamo a ritenere superfluo informarsi sulle sue reali necessita. Un esempio? La famigerata boccia di vetro.

Non ne capisco il motivo, ma il pesce rosso è ritenuto un animale di serie B; forse perché costa poco o forse perché la leggenda metropolitana racconta che i suoi bisogni siano minimi; ciò non toglie che lo obblighiamo a vivere in condizioni precarie e continuiamo a ritenere superfluo informarsi sulle sue reali necessita. Un esempio? La famigerata boccia di vetro. A nessuno verrebbe mai in mente di mettere un bellissimo Discus in una boccia priva di decorazioni, senza un filtro per pulire l'acqua e senza compagnia di un simile, ma la solfa cambia quando si pensa al Carassius Auratus, il nome scientifico del pesce rosso.
Ed è forse vero che le cattive tradizioni sono dure a morire, perché oggi, dopo tanti anni, sono ancora troppe le persone che associano lo sfortunato animale alla boccia di vetro; ma è una sistemazione che non va assolutamente bene.

Perché? Innanzitutto per la sua conformazione la boccia ha una superficie di scambio acqua-aria limitata rispetto alla sua capienza, la superficie di acqua a contatto con l'aria è poca rispetto alla massa d'acqua totale e quindi l'ossigenazione dell'acqua è insufficiente; ma gli inesperti preferiscono credere che quando il pesce boccheggia in superficie, abbia fame o li stia «chiamando». La realtà è un'altra: ha bisogno di ossigeno, perché l'acqua dove vive ne è sprovvista. In secondo luogo la sua forma sferica costringe il pesce a nuotare sempre in tondo e a lungo andare la sua spina dorsale si deforma; conoscete qualche pesce che in natura nuota in questo modo? Io no. Infine, ogni volta che dovete pulire la boccia, il poveretto è sottoposto ad un grosso stress, perché le operazioni non sono mai snelle e perché è sempre alto il rischio di sbalzi di temperatura (la sensibilità del vostro dito per capire se l'acqua è troppo fredda o calda non è uno strumento efficace). La soluzione più veloce ed economica? Una vasca di plastica rettangolare in grado di contenere la giusta quantità di acqua (almeno 10 litri), meno scenografica, ma più funzionale al benessere del vostro beniamino. E c'è anche una buona notizia: fate un giro sul web e nei negozi specializzati: il mercato offre acquari completi o bellissime vaschette di vetro a prezzi contenuti; e la cucina di casa continuerà ad essere alla moda e il vostro ospite, che tanto amate, più felice. Buona riflessione.

Marco Bergamaschi

© RIPRODUZIONE RISERVATA