Lunedì 10 Ottobre 2011
La legge 281/91:
la normativa fa cilecca

Ho denunciato la responsabile di tale negligenza, una donna spagnola poco amante dei cani e interessata solo al denaro che il comune le passava, sperando di non imbattermi mai più in tanto orrore, ma così non è stato: i media hanno continuato a dare notizie di canili-lager, di animali che muoiono di stenti e di personaggi insensibili, colpevoli di tale scempio. Ma perché l'Italia è infelice teatro di tali episodi? Dietro ai «cani di nessuno» impera un sudicio business, suffragato paradossalmente dalla normativa vigente. La legge 281 del 1991 afferma che i Comuni hanno l'obbligo di provvedere alla custodia e al mantenimento dei cani randagi vaganti sul territorio e pertanto tali incombenze devono essere svolte attraverso un canile municipale; ma se non dispone di persone e strutture idonee, lo stesso Comune può affidare il servizio all'esterno, pagando qualcuno per farlo.
Il risultato è che negli ultimi dieci anni sono sorti centinaia di canili «sovvenzionati», coordinati da veri delinquenti, che trattengono e gestiscono migliaia di animali: entrano soldi per ogni nuovo cane che entra, per il suo mantenimento e anche per la sua morte. Si, perché vale anche questa e il gestore del canile guadagna 50/75 euro per ogni carcassa smaltita. La stessa normativa prevede anche che i canili siano un punto di “transito” per gli animali in attesa di essere adottati e fino a quel momento c'è l'obbligo di curarli nel migliore dei modi; ma la verità è un'altra: costretti al limite della sopravvivenza, questi cani non usciranno mai più da lì, anche se a volerli, ci fosse la famiglia migliore del mondo. E così sulla pelle dei cani vengono sperperati quasi 500 milioni di euro di denaro pubblico.
Fortunatamente ci sono anche realtà diverse, costituite da persone che hanno a cuore la causa dei cani di nessuno e che, attraverso auto-tassazioni e donazioni private, aiutano i cani a cominciare una nuova vita. Sono piccoli canili, ma a dispetto della loro dimensione, fanno davvero tantissimo. Ed è così che dovrebbe sempre essere.
Marco Bergamaschi
fa.tinaglia
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