La schiavitù
della pallina

Uomini, donne e i loro amici cani. Brevi racconti di vita a stretto contatto i «migliori amici dell’uomo». Una nuova collaborazione per L’Eco di Bergamo on line, per storie a quattro zampe.

Non era trascorso neppure un mese da quando la cagnolina Mia era entrata a far parte della mia vita, che la commessa di un negozio di animali, mentre acquistavo una pallina da gioco, mi guardò dritta negli occhi e mi chiese:
Sei sicura?
Di cosa?
Di voler iniziare a giocar con la pallina?
Certo, mi dicono, e ho anche letto, che è il gioco più amato dai cani.
Io te lo dico, poi non vivrai più . Io amo i cani, ne ho 2, ma la pallina e’ bandita da casa mia altrimenti ne diventi schiava.

Al momento, senza esperienza e cultura, sorrisi e acquistai una pallina. La prima di tante.

Bene. A distanza di 7 mesi, oggi che Mia ha 10 mesi e inizia a svegliarsi di notte portandomi la pallina tra i denti per giocare, mi sono tornate in mente quelle parole e quel saggio consiglio. È vero, la pallina e’ quell’oggetto transizionale che permette di instaurare una relazione tra due esseri viventi, e qui uno dei due ha 4 zampe, e creare un legame. Ma non potevo sapere che sarebbe diventata una schiavitù .

Anche perché, se non giochi con la pallina, Mia abbaia. Finché è giorno, si può anche provare a non darle retta. Ma la sera, dopo le 21, mentre stai guardando la TV o inizi a leggere un libro - cose che la piccola non considera attività - quando ti porta la pallina e abbaia se tu non la lanci, che si fa? Le soluzioni purtroppo non sono molte: o le si dà da mangiare e questo, come dire, e’ poco salutare, o si esce a fare l’ennesimo giretto per distrarla, o ci si rassegna e si comincia a giocare con la pallina. Chiudendo ovviamente il libro e lasciando la TV accesa per cercare, tra un tiro, un recupero di palla e un rilancio, di seguire un telefilm. Perché è ovvio. Forse un telefilm riesci a seguirlo, ma un film è impossibile.

Dopo un’ora, un’ora e mezza la piccola, oramai ribattezzata piccolo mostro, si placa e a me non resta che andare a dormire. Sperando che il gioco l’abbia stancata abbastanza per lasciarti dormire e che non capiti, alle 2 del mattino, di dover ricominciare un’altra partita sotto il ricatto dell’abbaio. Sarebbe stato meglio ascoltarlo quel consiglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA