Un nastro giallo sul guinzaglio
L'idea per i cani «do not disturb»

L’idea nata in Canada. I proprietari di un cane che per qualsiasi motivo necessita di spazio possono segnalare a tutti che il loro amico a quattro zampe non vuole essere avvicinato, dando così la possibilità a chiunque li incontri di allontanarsi indisturbati e senza infastidire minimamente il cane «yellow» in questione.

Quante volte a spasso con il vostro cane, magari fobico o convalescente, vorreste avere la possibilità di non fare avvicinare altri quattro zampe o persone. Finora l’unica cosa da fare era quella di continuare a ripetere a tutti coloro che si avvicinavano il solito ritornello «ha paura» oppure «è malato» o «non sopporta gli altri cani».

E quante volte, nonostante il vostro monito, il cane ha dovuto subire qualcosa di sgradevole, senza contare poi le fastidiose discussioni che si innescano con gli altri proprietari. Proprio così, in una società dove il cane è sempre più «urbanizzato e socializzato», ci sono comunque cani che hanno bisogno di spazio, ed è stato anche coniato un acronimo per definirli: «Dinos», ovvero «Dog in need of space», «cane che necessita di spazio». Per rispettarli e rendere il momento della loro passeggiata meno stressante (anche per i loro accompagnatori umani) è nato «The yellow dog project», un’iniziativa semplice e geniale che grazie a Internet e ai social network si sta diffondendo un po’ in tutto il mondo, suscitando l’approvazione di tutti coloro che hanno a cuore il proprio cane.

Come funziona? Semplicissimo, è sufficiente munirsi di un nastro giallo legato intorno al guinzaglio. Così facendo i proprietari di un cane che per qualsiasi motivo necessita di spazio possono segnalare a tutti che il loro amico a quattro zampe non vuole essere avvicinato, dando così la possibilità a chiunque li incontri di allontanarsi indisturbati e senza infastidire minimamente il cane «yellow» in questione.

Attenzione, l’idea non va fraintesa: non si tratta di «preferire» alcuni quattro zampe rispetto ad altri, ma semplicemente di capire e accettare il loro status di «cani gialli» che, per questa o quella ragione, preferiscono non essere disturbati o avvicinati. «The yellow dog project» prende corpo in Canada dall’idea di un’educatrice cinofila di nome Tara, residente nella cittadina di Red Deer, nello Stato di Alberta, dove l’iniziativa è stata sperimentata con ottimi risultati, che hanno convinto l’educatrice a provare a diffondere il suo progetto nel mondo attraverso Internet.

Grazie soprattutto a Facebook, il progetto ha già toccato 65 Paesi, e il nastro giallo sul guinzaglio sta diventando un elemento di riconoscimento sempre più rispettato e diffuso. Per ora si tratta di un successo spontaneo, dovuto solo al grande fenomeno di diffusione di internet e dei social network, ma se anche noi istruttori e educatori, le associazioni culturali e di tutela degli animali e soprattutto le istituzioni come i Comuni ci adoperassimo e si adoperassero per diffonderlo (penso ad esempio a qualche cartello che spiega l’iniziativa posto nei luoghi strategici come i parchi e le aree cani), si contribuirebbe a rendere ancora più pacifica e civile la convivenza tra cittadini e amici a quattro zampe.

Proprio per questo, vista la semplicità di questo progetto, lancio un appello alle istituzioni affinché anche nella bergamasca si possa creare un’area in cui testarne la reale efficacia.

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