Bufera su Grok. L'Ue esamina la richiesta di avviare un'indagine

BRUXELLES - La Commissione Ue ha confermato di aver ricevuto una lettera dalla Polonia in cui si chiede di indagare sul chatbot Grok AI di Elon Musk ed è ora "in contatto con le autorità nazionali e con X: esamineremo attentamente e risponderemo a tempo debito". Lo ha detto Thomas Regnier, portavoce per il Digitale della Commissione. "Prendiamo molto sul serio questi potenziali problemi, Grok è integrato in una piattaforma online molto grande già designata ai sensi del Dsa, ossia X", ha detto. La piattaforma X, ha detto Regnire, "ha l'obbligo di valutare e mitigare i rischi derivanti da tutti i suoi servizi, compreso Grok" ha spiegato.

Regnier ha poi ricordato che le autorità nazionali possono attivare il meccanismo di crisi previsto dal Dsa per fornire un'assistenza potenzialmente decisiva in situazioni critiche contro le piattaforme Big Tech. "Poi c'è una pista separata, quella dei segnalatori di fiducia, che vengono attuati anche in diversi Stati membri", ha puntualizzato. "Anche in questo caso quando i segnalatori di fiducia individuano contenuti illegali, queste richieste devono essere trattate con la massima priorità dalla grande piattaforma online per rimuovere tali contenuti", ha spiegato. 

Grok, l'assistente di IA della startup xAI di Musk, concorrente di ChatGpt, è al centro di una polemica per alcune risposte agli utenti che elogiano Hitler o contengono un linguaggio offensivo. Nel mirino di Grok è finito anche il primo ministro polacco Donald Tusk definito 'traditore' e insultato in modo molto pesante. Un epilogo che ha spinto xAI a rimuovere i messaggi controversi e a prendere provvedimenti per vietare i discorsi d'odio prima che Grok pubblichi su X. Nei giorni scorsi il patron di Tesla aveva annunciato un aggiornamento del suo chatbot Grok per portarlo a "credere che le opinioni diffuse dai media siano di parte" e a "non esitare a fare affermazioni politicamente scorrette".

Nel dicembre 2023, l'Ue ha aperto un'indagine su X ai sensi del Dsa e in via preliminare, ha contestato al social di Musk la violazione di diversi aspetti della legge, tra cui la trasparenza della pubblicità e l'accesso ai dati per i ricercatori. 

 

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