Elezioni: Ft, Italia invia un segnale schiacciante a élite

BRUXELLES - "Le elezioni parlamentari di domenica in Italia hanno dato uno schiacciante segnale sulle carenze delle classi politiche che hanno governato la nazione nell'ultimo quarto di secolo". Inizia così il commento del Financial Times a pagina 11 a firma di Tony Barber, editorialista del giornale della City nella sua edizione internazionale, dal titolo "L'Italia manda un segnale schiacciante alle sue elite".

 

"L'ordine politico instaurato dopo il crollo della Democrazia Cristiana e del comunismo nei primi anni '90 si sta indebolendo sotto il peso dei fallimenti politici e di un atteggiamento arrogante ed egocentrico nei confronti del potere che ha alienato milioni di elettori italiani", continua Barber precisando che "la vittoria delle forze anti-establishment e radicali di destra potrebbe avere gravi conseguenze sulla tanto attesa iniziativa franco-tedesca sull'eurozona e sull'integrazione Ue", ponendosi poi la domanda se la Germania e gli altri Paesi nordici che la pensano come Berlino vorranno o meno percorrere la strada di una più profonda integrazione dell'eurozona".A "rischiare", sarebbe "il progetto del completamento dell'unione bancaria europea", proprio perché "gli scettici tedeschi coglieranno l'occasione per sostenere che la condivisione del rischio con l'Italia nel settore finanziario sarà oramai più inaccettabile di quanto non fosse prima di domenica". 

 

L'Europa settentrionale a questo punto "richiederà al prossimo governo italiano prove certe sul suo impegno sulla disciplina fiscale e sulle politiche di riforme economiche". E ciò - evidenzia il Financial Times - "sarebbe troppo da chiedere ad un governo che includa il M5S anticonformista (maverick) o la Lega anti-immigrazione". Barber aggiunge che "dagli anni '90, lo Stato italiano si è preso cura di proteggere le finanze pubbliche", grazie al "merito" e alla "professionalità del ministero delle finanze e della Banca centrale, sostenuti dalla pressione dei colleghi dell'area euro". E questo, prosegue l'editorialista, "è il motivo principale per cui le preoccupazioni europee sulla direzione politica dell'Italia non si trasformeranno, a breve termine, in un'ansia estrema". Ma conclude Barber, "vi sono seri dubbi sul fatto che il prossimo governo italiano proseguirà nella strada delle riforme economiche strutturali avviate dal governo di Mario Monti e portate avanti dai governi di centrosinistra dopo il 2013". "Un fallimento nel cammino di queste riforme - prosegue - sarebbe un terribile errore". Il giornalista ricorda infine che "ogni anno decine di migliaia di brillanti giovani lasciano l'Italia per andare a lavorare all'estero" e "quando l'economia europea cresce, l'Italia cresce sempre un po' meno, quando una recessione colpisce, la crisi in Italia è sempre più dura". E "il risultato venuto fuori dalle urne non fornisce risposte chiare su come l'Italia affronterà queste sfide".

 

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