Fondi Ue: Crpm, possibile aumento budget Italia post 2020

Se la politica di coesione non subirà tagli nel prossimo budget europeo, Umbria, Molise e Sardegna dopo il 2020 potrebbero beneficiare di più fondi Ue di quanti ne ricevano oggi, per effetto del loro impoverimento, in meno di un decennio.

BRUXELLES - Se la politica di coesione non subirà tagli nel prossimo budget europeo, Umbria, Molise e Sardegna dopo il 2020 potrebbero beneficiare di più fondi Ue di quanti ne ricevano oggi, per effetto del loro impoverimento, in meno di un decennio. Emerge dalle simulazioni della Conferenza delle regioni periferiche e marittime d'Europa (Crpm), in una rielaborazione delle allocazioni ai territori, per il periodo 2021-2027, sulla base della media dei Pil regionali fra il 2014 e il 2016. I fondi Ue, infatti, sono stati assegnati finora sulla base del Pil regionale medio registrato lungo tre anni presi a riferimento (2007-2008-2009 nel caso del settennato in corso 2014-2020).

 

Dall'esercizio statistico della Crpm (valido sia in caso di Brexit che non) emerge che, se il metodo d'assegnazione dovesse rimanere invariato, tre regioni italiane verrebbero declassate di una categoria e quindi potrebbero ricevere più fondi strutturali: Molise e Sardegna da regioni 'in transizione' (Pil fra il 75% e 90% della media Ue) a 'meno sviluppate' (Pil sotto il 75%), e Umbria da 'più sviluppata' (Pil oltre il 90%) a 'in transizione'. Alla lista potrebbero poi aggiungersi le Marche nel caso in cui, come proposto dalla Commissione europea, la soglia massima per la categoria di mezzo venisse alzata dal 90% al 100% della media del Pil Ue. Tale scenario sarebbe "particolarmente attrattivo" anche per Francia, Germania e Finlandia, che vedrebbero arrivare più fondi a un maggior numero di loro regioni.

 

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