Juncker vede Gentiloni, 'l'Italia troverà soluzione'

Nonostante l'Europa non sia preoccupata per il sorprendente risultato elettorale italiano, per il premier Paolo Gentiloni è proprio in questo momento che bisogna mantenere un dialogo costante e a tuttotondo con le istituzioni Ue.

BRUXELLES - Mentre a Roma riparte da zero il lavoro sulle presidenze delle Camere, a Bruxelles si aspetta in silenzio che si alzi la nebbia anche sulla possibile alleanza da cui nascerà il futuro Governo. C'è curiosità per il corso che prenderà il Paese dopo il sorprendente esito elettorale, ma anche fiducia verso una solida democrazia che - è il sentire comune - saprà cavarsela anche stavolta. Nonostante l'Europa non sia preoccupata, per il premier Paolo Gentiloni è proprio in questo momento che bisogna mantenere un dialogo costante e a tuttotondo con le istituzioni Ue. "Proprio in una fase così particolare delle cose italiane, in queste settimane di transizione è importante tenere un rapporto con la Commissione europea. E' il motivo per cui vado da Juncker", ha detto il premier poco prima del bilaterale con il lussemburghese, a margine del vertice europeo. Forse il suo ultimo summit a Bruxelles, perché a quello di giugno potrebbe volare il nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Ma non per questo Gentiloni rallenta l'impegno europeo e la trama tessuta in questi anni di stretta collaborazione e scambi proficui con l'Ue, dalla battaglia per la flessibilità dei conti pubblici a quella sui migranti.

 

Con Juncker il premier si confronta a lungo sul commercio, tema del giorno affrontato alla luce degli annunci dagli Stati Uniti. Il discorso tocca brevemente anche l'immigrazione e la web tax, sulla quale ribadisce l'apprezzamento dell'Italia verso la proposta di Bruxelles di tassare al 3% alcuni ricavi dei big della rete. Tema che slitta comunque a giugno, perché c'è un fronte ampio di Paesi contrari e quindi i più convinti dovranno organizzare una cooperazione rafforzata per progredire. Compito che molto probabilmente toccherà al nuovo premier italiano, che dovrà creare una convergenza con Merkel, Macron, Rajoy e la May, cioè quel G5 che vuole andare avanti veloce. Gentiloni ha anche aggiornato Juncker sulla situazione politica italiana, sempre foriera di molte domande da parte dei partner europei.

 

Le geometrie molto variabili di questa tornata elettorale sono difficili da prevedere a Roma, impossibili da capire per Bruxelles. Che però continua ad avere piena fiducia: "L'Italia è l'Italia, è una antica democrazia", ha detto Juncker, convinto che i 'decision maker', Mattarella in testa, "troveranno una soluzione per quella che non è ancora una crisi". Un modo diplomatico per dire che l'Europa resta all'erta.

 

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