Cambogia/ Khmer Rossi, Nuon Chea ammise uccisione traditori

Cambogia/ Khmer Rossi, Nuon Chea ammise uccisione traditori In un documentario mostrato in aula a numero due Pol Pot

Roma, 22 nov. (TMNews) - Nel secondo giorno di processo a suo carico, il numero due di Pol Pot, Nuon Chea, è stato chiamato a rispondere di alcune dichiarazioni rilasciate in passato all'autore di un documentario in cui rivendicava di avere eliminato dei "traditori". Il procuratore internazionale Andrew Cayley ha mostrato un estratto della pellicola "Nemici del popolo", realizzato dal giornalista cambogiano Thet Sambath, che aveva dedicato anni a guadagnarsi la fiducia di Nuon Chea prima del suo arresto a fine 2007."Se questi traditori fossero rimasti in vita, i Khmer come popolo sarebbero finiti, dunque non temo di sbagliare nel dire che la nostra decisione (di eliminarli, ndr) è stata giusta", spiegò Nuon Chea all'autore del documentario. "Se avessimo mostrato pietà, la nazione sarebbe stata perduta".Ieri si è aperto il processo agli ultimi tre capi ancora viventi dei Khmer Rossi - tra cui Nuon Cheam, braccio destro del leader supremo Pol Pot - accusati di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità. Alla sbarra, oltre a "fratello numero due" Nuon Cheam, ci sono l'ex capo di Stato Khieu Samphan e l'ex ministro degli Esteri Ieng Sary, tutti sulla ottantina.I tre alti responsabili dovranno rispondere dei crimini commessi dal regime marxista di Pol Pot in Cambogia tra il 1975 e il 1979, in un processo destinato a durare anni e nel quale circa 4mila persone si sono costituite parte civile.Il regime dei Khmer Rossi è caduto nel 1979, mentre Pol Pot è morto nel 1998. Ci sono voluti anni prima di portare in aula i responsabili ancora in vita. Alla metà degli Anni Novanta la Cambogia chiese inizialmente aiuto alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale per avviare l'iter giudiziario. Un tribunale congiunto è stato creato solo alla fine nel 2006.(con fonte afp)

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