Lockerbie: Ministri Gb in Libia prima di rilascio Al Megrahi
Roma, 27 ago. (Apcom) - Tre esponenti del governo laburista britannico hanno visitato la Libia nei mesi precedenti il rilascio di Abdelbaset Ali al Megrahi, l'ex agente dei servizi
segreti libici condannato all'ergastolo per l'attentato di
Lockerbie del 1988: è quanto riporta il quotidiano britannico The Daily Telegraph.
Si tratta dell'allora sottosegretario alla Sanità, Dawn Primarolo, e degli attuali sottosegretari agli Esteri, Bill Rammell, e al Commercio, Lord Jones.
La stampa britannica aveva definito il rilascio - deciso dall'esecutivo scozzese per motivi umanitari, dato che Al megrahi è malato terminale - una "umiliazione" del governo britannico: "Pretendere che la decisione non sia stata
guidata da interessi politici e che non sia esistito un livello
di consultazioni, se non collusione, fra Edimburgo è Londra è
qualcosa che solo gli stupidi possono credere", aveva scritto l'independent; inoltre, l'esecutivo britannico sarebbe poi rimasto sorpreso dalla reazione fortemente negativa dell'Amministrazione Obama.
Sullo sfondo rimane la questione dei contratti petroliferi e commerciali siglati da Londra e Tripoli: Seif al Islam, il figlio di Gheddafi, aveva confermato che in tutte le trattative il dossier Al Megrahi è stato uno degli argomenti discussi con le controparti britanniche. Pronta la smentita di Londra: il Foreign Office aveva sottolineato come "tutte le decisioni ricadano sotto al giurisdizione del Ministri della Giustizia scozzese e non vi sia stato alcun accordo" con la Libia.
Secondo gli analisti britannici il rilascio di Al Megrahi
costituirebbe un "regalo" per il quarantesimo anniversario
dell'ascesa al potere del rais. La scarcerazione è divenuta un
successo propagandistico per Gheddafi, mentre i Paesi occidentali potrebbero d'altra parte completare un riavvicinamento motivato non solo dal possibile ruolo di Tripoli nella lotta al terrorismo mondiale, ma anche dalle cospicue riserve di gas naturale e petrolio di cui dispone la Libia.
In particolare, la liberazione di Al Megrahi potrebbe portare al
via libera da parte delle autorità libiche alla britannica Bp di
avviare le attività di prospezione previste da un accordo firmato con Tripoli nel 2007, finora ostacolate dalla mancanza di equipaggiamento pesante.
Al Megrahi viene considerato in Libia alla stregua di un eroe il
cui "sacrificio" ha permesso di revocare l'embargo internazionale a cui era sottoposta Tripoli. Secondo gli analisti tuttavia il suo rimpatrio è stato trattato - almeno per gli standard libici - in tono relativamente minore: nessuna delegazione ufficiale, nessuna diretta televisiva, segno che Tripoli cerca di non scuotere più di tanto i rapporti con l'Occidente; lo stesso Gheddafi ha paragonato il ritorno di Al Megrahi a Tripoli a quello delle cinque infermiere bulgare condannate per aver infettato 400 bambini libici con il virus dell'Hiv, e che dopo il rilascio vennero accolte a Sofia con scene di giubilo.