Crisi e cig: spesa alimentare -10%, ridotta a 50 euro al mese

Crisi e cig: spesa alimentare -10%, ridotta a 50 euro al mese Indagine della Camera di commercio di Monza e Brianza

Milano, 14 ott. (Apcom) - La crisi e la diffusione della cassa integrazione hanno modificato le abitudini di acquisto delle famiglie italiane, riducendo di circa 50 euro al mese, vale a dire circa il 10% in meno, la cifra destinata alla spesa alimentare. E' quanto emerge da una stima dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Istat, Archivio Asia - Istat, Inps, ricerca "Le abitudini d'acquisto", realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l'economia e la finanza.Coloro che nell'ultimo anno con la crisi avevano già cambiato il luogo della spesa, preferendo discount e ipermercati, aumentano a causa della cassa integrazione, passando dal 21% al 28,4%. In particolare, le famiglie che cercano un risparmio consistente nei discount raggiungono il 17,6% (erano il 13%), quelle che passano agli ipermercati arrivano al 5,4% (erano il 4%). Crescono anche, si legge in una nota, coloro che scelgono di fare la spesa al mercato (dal 2% al 2,7%). A causa della cassa integrazione aumentano anche le famiglie che cambiano i prodotti scegliendo le promozioni e i generi di primo prezzo, passando dal 36% al 42,1%.Le famiglie che optano per le promozioni crescono dal 24% al 28,1%, mentre chi acquista prodotti di primo prezzo passa dal 12% al 14%. Il cambiamento delle abitudini di acquisto delle famiglie è più diffuso in Lombardia, Abruzzo e Piemonte, regioni in cui la cassa integrazione incide quasi il doppio della media italiana. Le riduzioni maggiori sul budget destinato alla spesa alimentare si registrano in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, regioni in cui l'incidenza della spesa alimentare sulla spesa media mensile delle famiglie è più elevata.

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