Clima/Nulla di fatto ai colloqui di Bangkok,a rischio Copenaghen

Clima/Nulla di fatto ai colloqui di Bangkok,a rischio Copenaghen Contestati gli Stati Uniti, prossimo incontro a Barcellona

New York, 10 ott. (Apcom) - Si sono chiuse con un nulla di fattole due settimane di colloqui internazionali per trovare una basedi accordo per ridurre le emissioni inquinanti, in vista dellaconferenza sul clima del prossimo dicembre a Copenaghen. A fararenare le trattative in corso a Bangkok è stata ancora una voltala spaccatura tra i Paesi occidentali e le delegazionirappresentanti le economie emergenti, che chiedevano un impegnoconcreto dei Paesi sviluppati prima di siglare un accordo pertagliare le emissioni di Co2.Le critiche erano partite già nei giorni scorsi quando eraapparso chiaro che le grandi potenze, e in particolare gli StatiUniti, avrebbero rimandato al prossimo incontro di Barcellona dal2 al 6 novembre, l'ultimo prima di dicembre, la discussione diuna bozza concreta di accordo. Sul banco degli imputati è finitaancora una volta la politica di Washington che, nonostantel'impegno a guidare la lotta internazionale ai cambiamenticlimatici, ha presentato in Tailandia con proposte definite"modeste" dagli ambientalisti."Sgomento" è invece la parola usata dal rappresentante indianoai colloqui, Shayam Saran, commentando l'assenza di un piano daparte delle nazioni occidentali. L'India fa parte del blocco diPaesi che, insieme a Cina e Brasile, sono ritenuti fondamentaliper un efficace risultato alla conferenza di Copenaghen, cheaprirà i battenti il prossimo 6 dicembre. "Non possiamocontinuare a perdere tempo fallendo sui mandati politici", hacommentato Kim Carstensen del WWF, dopo la delusione odierna.Gli Stati Uniti sono considerati l'ago della bilancia deicolloqui. Senza un programma ambientale forte da parte della piùgrande economia del mondo infatti i Paesi emergenti difficilmentesigleranno un accordo risolutivo e senza la riduzione delleemissioni americane gli effetti di un nuovo trattato sarebberoenormemente minori. L'impegno di Washington però è fortementecondizionato dalla legge sul clima voluta da Barack Obama, la cuiapprovazione rischia di slittare a dopo i colloqui di dicembre."Sarà molto difficile che gli Stati Uniti si impegnino su numerispecifici in assenza di una legge del Congresso", ha detto ilcapo delle delegazione americana Jonathan Pershing, uscendo dallariunione di oggi. La legge attualmente in discussione alParlamento prevede un taglio nella produzione di anidridecarbonica del 20% rispetto ai livelli del 2005. Un obiettivocontestatissimo dai repubblicani e comunque molto inferiore aquello stabilito dal precedente protocollo di Kyoto.Emc-Bat

© RIPRODUZIONE RISERVATA