Crisi/ Europa cerca aiuto dal Dragone, che vuole contropartite

Crisi/ Europa cerca aiuto dal Dragone, che vuole contropartite Pechino potrebbe pretendere Ue 'morbida' su disputa cambi con Usa

Roma, 29 ott. (TMNews) - L'Europa in cerca di aiuti si va a cacciare nelle fauci del Dragone. Da giorni si discute della possibilità che la Cina intervenga a sostegno della crisi debitoria dell'area euro, mediante contributi al fondo Ue salva Stati. Lo European Financial Stability Facility, il cui direttore, il tedesco Klaus Regling non a caso è volato in gran fretta proprio a Pechino subito dopo il vertice europeo. Ha parlato di generiche consultazioni che procedono positivamente, così come hanno fatto le sue controparti cinesi, posto che al momento non è stato deciso nulla. Regling si recherà a breve anche in Giappone, da cui un aiuto appare più scontato, mentre resta in bilico l'ipotesi di qualche contributo dal Brasile, un altro dei giganti emergenti globali.Sulla Cina tuttavia bisogna capire cosa potrebbe chiedere in cambio di un suo supporto, e la questione si profila come tema di primo piano al G20 dei leader globali che la presidenza francese si appresta a ospitare, la prossima settimana a Cannes. Pechino potrebbe pretendere dagli europei un impegno di non belligeranza sul nodo spinoso dei cambi valutari, che vede la Cina in attrito da anni con gli Usa e non solo. Intanto la semplice questione di farsi aiutare da quello che resta un regime potrebbe innescare non poche polemiche interne all'Ue. Lo sta già sperimentando il presidente francese Nicolas Sarkozy, che sulla vicenda già subisce crescenti attacchi dal suo futuro rivale alle presidenziali, il socialista Francois Hollande.Ad ogni modo la mole di questo ipotetico soccorso giallo è rilevante. Secondo il Financial Times la Cina potrebbe iniettare tra 50 e 100 miliardi di dollari nel Fondo salva-stati europeo.Ma avrebbe varie richieste in contropartita. E in certi casi alcuni osservatori potrebbero guardarle come ricattatorie. Ad esempio sempre secondo il FT, pretenderebbe che l'Europa si impegni a non contestare le politiche sui cambi praticate sullo yuan. Da anni gli Usa accusano la Cina di tenere artificiosamente deprezzata la valuta per favorire in modo sleale l'export.Inoltre la Cina vorrebbe "forti garanzie" sulla sicurezza dei suoi investimenti. Visto quanto avvenuto sugli aiuti che finora ha operato direttamente in Grecia, questo potrebbe sfociare semplicemente nell'aggiudicarsi attività infrastrutturali di pregio nel Vecchio Continente. E questo potrebbe esser visto come un modo dei leader attuali di svendere l'Ue, piuttosto che assumere le difficili decisioni necessarie a risanarne l'economia e i conti.Per parte sua il governo cinese, abile negoziatore, non la mette come una strada in discesa. Pechino ha fatto sapere di essere in attesa di delucidazioni prima di impegnarsi sullo Efsf. "Dobbiamo attendere i dettagli tecnici per vederci più chiaramente e intraprendere studi seri prima di decidere un investimento", ha dichiarato il vice ministro cinese delle Finanze, Zhu Guangyao.Tuttavia "è nell'interesse della Cina aiutare l'Europa, perchè è il nostro principale partner commerciale, ma la preoccupazione principale del governo cinese è come spiegare questa decisione al nostro popolo - ha spiegato più felpato Li Daokui, membro del comitato di politica monetaria della banca centrale cinese - l'ultima cosa che la Cina vuole è gettare via la ricchezza del Paese ed essere vista solo come una fonte di denaro facile".Intanto l'opposizione socialista francese coglie la palla al balzo per attaccare il presidente Nicolas Sarkozy. L'aiuto cinese farebbe di Pechino il "maitre du jeu", colui che fa i giochi in Europa e il summit G20 di Cannes "consacrerebbe definitivamente l'impero economico cinese", ha ammonito il candidato socialista all'Eliseo, Francois Hollande. "Il contatto che Nicolas Sarkozy ha ritenuto di dover cercare con il presidente cinese (Hu Jintao) già all'indomani dell'accordo, la dice lunga sulla nuova dipendenza della zona euro", ha dichiarato Hollande in un'intervista al quotidiano Le Monde. "E' la Cina ormai a condurre i giochi, così che il vertice G20 del 3 e 4 novembre, che doveva essere il momento della verità per lo yuan, si trasformerà nella consacrazione dell'impero economico cinese".(con fonte Afp)Voz-Sim-Coa-Fcs281907 ott 11

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