Governo/ Franceschini: Stop allo scontro, ora le riforme

Governo/ Franceschini: Stop allo scontro, ora le riforme Parlamento torna centrale. Cambiare legge elettorale

Roma, 18 nov. (TMNews) - "La missione del governo Monti ci impone di voltare pagina: dobbiamo lasciare alle spalle i toni di rissa troppo duri e violenti e trovare la via di una collaborazione". Lo ha detto il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, intervenendo in Aula alla Camera dove si è aperta la discussione sulle comunicazioni del governo Monti."Proviamo - ha aggiunto il capogruppo dei democratici - a trasformare l'anno e mezzo che abbiamo davanti per far diventare quest'Aula un luogo di dialogo e confronto. Siamo in una situazione inedita: fuori c'è il mondo dei mercati che attendono misure immediate e concrete, fuori il mondo aspetta riforme e scelte coraggiose. Qui dentro c'è un governo che per la prima volta non è espressione di una maggioranza politica ma solo di una maggioranza parlamentare, un governo pieno di personalità scelte per le loro competenze e sostenuto da forze che fino a ieri sono state avversarie e che lo saranno alle prossime elezioni ma che ora scelgono di collaborare".Secondo Franceschini questa situazione non toglierà centralità al Parlamento. Anzi. "L'assenza di una maggioranza politica porta tutto il confronto di merito sulle singole scelte in Parlamento, nel confronto tra i gruppi e bisogna trovare le forme perché il coinvolgimento sia anche nella preparazione delle misure del governo in un rapporto stretto tra Commissioni e ministeri. Mentre il governo sarà concentrato sulla missione insieme a noi di risanamento finanziario noi possiamo approvare le riforme istituzionali, non parliamo di una mega riforma della seconda parte della Costituzione perché altre volte ci si è provato senza mai riuscirci ma di tre punti: nuova legge elettorale che restituisca agli elettori di scegliere i propri rappresentanti, la fine del bicameralismo e la modifica dei regolamenti parlamentari". Questa, ha concluso Franceschini, è "una grande occasione per dimostrare che la democrazia parlamentare non è uno strumento antico ma è viva".

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