Addio a Elio Carminati, gigante buono della questura. La video intervista del 2016: «La mia vita in polizia»

Portato via da un male incurabile a 62 anni il poliziotto che dal 1985 ha battuto le strade della città. Era in pensione dal 2013 e, pur malato, aveva continuato a fare il volontario alla Croce rossa anche negli ultimi tempi. Nel 2016 si raccontò a «L’Eco di Bergamo incontra»: ecco il video della sua intervista.

«Coi delinquenti meglio parlamentare, magari la strada è più lunga, ma se ottieni il risultato, c’è doppia soddisfazione». Dall’alto dei suoi 197 cm e dai 115 kg di peso queste parole arrivavano quasi come un paradosso, perché la mole minacciosa effettivamente strideva con la sua sensibilità. Elio Carminati è stato una colonna della squadra mobile di Bergamo: se n’è andato lunedì 10 gennaio nella sua abitazione, portato via da un male incurabile che lo aveva aggredito lo scorso anno . L’ultima apparizione pubblica il 5 ottobre al matrimonio dell’ex pm Carmen Pugliese, già smagrito e con voce flebile. «Sono malato», confidava e nessuno riusciva a credere che un omone come lui potesse perdere la sfida. Non è andata così, purtroppo.

Era in pensione dal 27 marzo 2013 e, pur malato, aveva continuato a fare il volontario alla Croce rossa di Bergamo anche negli ultimi tempi. In polizia s’era arruolato il 15 gennaio 1983, dopo aver fatto il garzone alla farmacia Rolla di piazza Sant’Anna, l’operaio al birrificio Von Wuster di Borgo Palazzo, il bagnino alle piscine Italcementi e l’infermiere professionale all’ospedale Maggiore. A Bergamo lavorava dall’85, con le vie della città che presto erano diventate il suo regno e dove s’era guadagnato più di un soprannome: Pilone, Robocop, Mazinga, Rambo. Con il collega-fratello Stefano Lesi faceva coppia fissa e per questo venivano indicati come gli Starsky & Hutch della Mobile diretta da Enzo Ricciardi.

Pochissime volte (e impacciato) in divisa, per lo più in borghese. La sua stazza valeva più di una pistola puntata, ma Elio mai ricorreva alla violenza gratuita. Un tipo in antitesi col suo fisicaccio. Basti pensare che l’encomio solenne gli arrivò per il lavoro - penoso, delicato, tecnico - di riconoscimento dei resti delle 133 vittime del disastro aereo delle Azzorre nel 1989, quando lui era diventato il referente dei familiari che venivano a chiedere i corpi. «Uno così se nasceva cattivo erano cavoli amari», ha sempre detto il suo amico Lesi. Elio lascia la moglie e la figlia. La salma da martedì 11 gennaio sarà composta alla Casa del commiato di via San Bernardino 139. Il funerale si terrà giovedì 13 gennaio alle 10 nella chiesa di San Paolo in città.

Qui sotto il video della sua intervista ai microfoni di «L’Eco di Bergamo incontra» nel 2016.

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