«Asociale con i vicini? E ci credo...
E oltretutto sono anche miei parenti»

Dopo l’articolo in cui si segnalava che - secondo un’indagine - i bergamaschi con i vicini sono asociali (6 su 10 evitano qualsiasi contatto), un lettore racconta la sua storia in un’email. E conferma i risultati dell’indagini. Oltretutto i suoi vicini sono anche parenti....

«Spett.le redazione, ho letto il vostro articolo che parlava dei vicini di casa e volevo parlarvi del mio caso, a dimostrazione che talvolta i vicini di casa l’antipatia se la vanno proprio a cercare e di come le leggi spesso non servono a nulla. Negli anni 50 mio nonno era proprietario di una casa con una porzione di cortile esterna, suo fratello però (che abitava a fianco) per poter entrare in casa doveva per forza passare da quel cortile e così gli è stato concesso un diritto di passo».

«Negli anni 60 il fratello di mio nonno costruì un condominio, ricavando un nuovo passo carrale personale, ma nonostante questo continuava ad accedere anche dal cortile di mio nonno. Negli anni 80 i nostri vicini fecero dei lavori di ristrutturazione e a sorpresa ci ritrovammo con il passaggio ancor più stretto e con l’aggiunta delle canne del metano… la cosa fu subito segnalata, ma i nostri parenti ci rassicurarono dicendo che avremmo potuto accedere con le auto passando dai loro cancelli».

«Negli anni cambiarono i proprietari delle rispettive case e le auto che prima passavano in un passaggio da 215 cm adesso richiedevano una larghezza minima di 250 cm, così il passaggio che dava accesso al mio cortile divenne solo pedonale, i ruoli si invertirono ed eravamo noi a dover passare sulla loro proprietà per poter accedere con le auto al nostro cortile esterno».

«Nel 2012 però i nostri parenti cambiarono idea e decisero di chiudere la loro proprietà con dei cancelli automatici, impedendoci di fatto di poter parcheggiare (almeno 2 auto) su quell’area di nostra proprietà. Ovviamente prima abbiamo provato con il dialogo, ma non c’è stato nulla da fare, poi con gli avvocati che ci hanno chiesto un sacco di soldi».

«Ogni cosa ci portava a lungaggini e a risposte assurde o alla prospettiva di un processo lungo almeno 10 anni, in pratica avremmo dovuto spendere 10.000 euro per poter parcheggiare (saltuariamente) in quella porzione di cortile. Perché i nostri vicini (e parenti) si sono comportati in quel modo? Eppure dovevano solo ricambiare il favore che mio nonno gli aveva fatto e che stanno sfruttando ancora oggi dopo 70 anni».

«Voi avreste buttato 10.000 euro per parcheggiare poche volte all’anno in un cortile esterno? Personalmente ho scelto di rinunciare al processo e di parcheggiare solo nel mio cortile interno. Per l’auto, pazienza! Ne comprerò una piccola che possa passare in quella strettoia nonostante i miei simpatici vicini abbiano ristretto il passaggio rendendolo di fatto non più carrale. In riferimento sempre al vostro articolo, spero che almeno i miei vicini non si domandino perché li ignoro e non li saluto più».

Lettera firmata

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