Bergamondo compie dieci anni
In campo 16 nazionali in gara

Il Torneo Bergamondo giunge alla decima edizione. Un’epoca. Nessuno, infatti, avrebbe mai detto che una competizione calcistica che vede protagonisti in campo gli stranieri residenti in Bergamasca potesse diventare una tradizione e attraversare indenne tutti questi anni.

Era il 2007 quando si diede il fischio d’inizio al torneo: da allora il mondo è cambiato e così il fenomeno dell’immigrazione in terra orobica. Eppure, ogni anno, la manifestazione raccoglie ancora intorno a se l’interesse di migliaia di persone. I numeri parlano da sé: circa 15 mila presenze sugli spalti in ogni edizione del torneo, con picchi di 1.500-2.000 tifosi nelle sole finali. 26 le nazionali in campo più una squadra mista, quella della Comunità Ruah, per un totale di 234 squadre: questo perché le comunità più numerose spesso hanno presentato più formazioni. Da sempre promosso da L’Eco di Bergamo e organizzato dal Csi con i suoi volontari tuttofare diventati baluardi del torneo, Bergamondo ha catalizzato l’interesse e la collaborazione di tante realtà del territorio: Credito Bergamasco, Fondazione della Comunità Bergamasca, Cisl, Ufficio per la Pastorale dei migranti della diocesi, ottenendo il patrocinio da Comune e Provincia di Bergamo, da Regione Lombardia e Pontificio consiglio per i migranti. Senza dimenticare le numerose società sportive dilettantistiche, le parrocchie e i Comuni che hanno messo a disposizione i campi.

È chiaro dunque che il successo del Torneo Bergamondo non va letto solo in chiave sportiva, quanto piuttosto come un’occasione rara e preziosa di aggregazione. Per migliaia di cittadini d’origine straniera (molti infatti hanno la cittadinanza italiana) è un evento che permette, una volta all’anno, di conoscere e rivedere altre persone del proprio Paese. Sei domeniche primaverili durante le quali parlare la propria lingua madre e manifestare le proprie tradizioni culturali con il tifo per la nazionale in campo. È una sorta di viaggio alle proprie origini, senza biglietto aereo e restando a Bergamo.

«L’integrazione si fa tutto l’anno nelle squadre dell’oratorio e di paese – ha detto Vittorio Bosio, presidente del Csi –, ma Bergamondo rimane fondamentale perché, attraverso il divertimento e l’aggregazione, aiuta ad includere».

Per Giorgio Gandola, direttore de L’Eco di Bergamo, «il torneo è un esempio positivo della società nuova in un periodo in cui si alzano muri di divisione». Presenti all’iniziativa anche Massimo Cincera, amministratore delegato della Sesaab (l'editrice del nostro giornale), Gianfranco Prosperi (Credito Bergamasco), Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca, e Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl.

La decima edizione vede in campo 16 nazionali, suddivise come sempre in quattro gironi. Fischio d’inizio domenica 8 maggio alle 15 per il primo match e alle 17 per il secondo. Questa la prima giornata. Girone A: Albania-Colombia, Marocco-Argentina al comunale di Stezzano in via Isonzo; girone B: Moldavia-Brasile, Nigeria-Perù all’oratorio di San Francesco di viale Venezia in città; girone C: Ucraina-Bolivia, Burkina Faso-Senegal all’oratorio di Stezzano (via Bergamo); girone D: Romania-Ecuador, Camerun-Costa d’Avorio all’oratorio di Celadina di via Pizzo Scais in città. Da notare che il destino vuole contrapposte sin da subito le finaliste della precedente edizione: Senegal e Burkina Faso potrebbe già essere un assaggio delle fasi finali. Il Burkina è il detentore del trofeo, ma il Senegal ne ha già vinti cinque. Da scoprire il Brasile (due successi) e la Costa d’Avorio (quattro secondi posti).

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